Cos’è il Vaginismo? Quali sono le strategie per affrontarlo? Quali sono gli archetipi che lo animano?
Queste sono le domande a cui risponderò in questo articolo.
Definizione
Il vaginismo è un disturbo nel quale non è possibile un rapporto sessuale appagante perché i tentativi di penetrazione vaginale suscitano una contrazione spastica involontaria dell’ostio vaginale. (Kaplan)
Fu J. M. Sims nel 1861 a coniare il termine, successivamente descritto per la prima volta da D. K. Huguier nel 1834.
Non esiste una causa comune che provoca questo disturbo.
Come diceva anche Freud esistono concause. Un evento doloroso, il carattere, l’ambiente e l’educazione possono influire in egual modo alla genesi del vaginismo.
Complessità psichiche
Raramente il vaginismo è causato da un fattore esclusivamente fisico. Piuttosto è accompagnato da dinamiche psichiche specifiche.
Inoltre, ormai, sappiamo che si può vedere tutto ciò che è corpo come sintomo psichico.
Ecco le possibili complessità psichiche che costellano il disturbo:
- Fobia nei confronti della penetrazione.
- Fobia nei confronti del maschile.
- Rancore o Rabbia nei confronti del maschile.
- Difficoltà nel lasciarsi andare.
- Difficoltà ad aprirsi, quindi chiusura verso l’esterno.
Queste concause possono essere accompagnate da Angoscia o Senso di Colpa.
Archetipo del vaginismo
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Una donna affetta da questa patologia sessuale, solitamente, ha una delle tre dee vergini della mitologia greco/romana come archetipo portante: Estia, Atena o Artemide.
Artemide
.Per Artemide l’uomo è considerato un compagno di lotte o un rivale in una gara sportiva. L’uomo può diventare addirittura suo nemico (vedi le amazzoni).
In questo caso il vaginismo può essere inteso come una vittoria nei confronti del sesso maschile.
Atena
.Le donne Atena, come tutte le dee vergini, possono fare a meno del maschio, e l’unico modo per eccitarle a letto è “prenderle di testa“. Ama il sesso “intellettuale”.
La donna Atena è razionale, pianifica tutto e non ama gli aspetti irrazionali della vita.
In questo senso il vaginismo può essere considerato come chiusura all’irrazionale e alle emozioni; come difficoltà nel lasciarsi andare o come scarso appagamento del partner sessuale perché considerato poco intellettuale.
Estia
.Per una donna Estia la sessualità non è importante nella vita. La vita sessuale è un’esperienza profonda e intima.
Per questo motivo potrebbe aprirsi sessualmente ad un uomo solamente se lo ritiene all’altezza di un’intimità profonda.
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-Se ti interessa l’argomento ecco un mio articolo che descrive i 7 archetipi principali del femminile CLICCA QUI PER LEGGERLO–
Cura
Quando ci si abbandona al potere dell’Eros, il sentimento può illuminare di significati qualsiasi aspetto dell’esistenza, sia fisica che psichica.
(Aldo Carotenuto)
Come bisogna intervenire nei casi di vaginismo?
Partiamo dall’aspetto più diretto, ovvero quello della terapia sessuale descritta da Helen S. Kaplan nel suo libro Manuale illustrato di terapia sessuale.
La terapia sessuale agisce primariamente sul sintomo fisico.
Ciò si ottiene mediante l’introduzione, in condizioni di rilassamento e di tranquillità, di oggetti di dimensioni gradualmente maggiori nell’ostio vaginale. Quando la paziente riesce a sopportare un oggetto delle dimensioni di un fallo, può considerarsi guarita. (Kaplan)
Questa è la procedura generica che si segue nella terapia sessuale:
1. Osservazione dell’ostio vaginale allo specchio;
2. Inserimento di un dito e elaborazione analitica;
3. Inserimento di due dita e elaborazione analitica;
4. Inserimento di elementi estranei all’interno della vagina (dildo);
5. Aggiunta di un partner al procedimento. Ripetendo il procedimento, dall’osservazione, all’inserimento delle dita e infine alla penetrazione completa con il pene. All’inizio il pene deve essere ben lubrificato.
Questi step sono variabili e personali.
Ogni passaggio va necessariamente accompagnato dall’elaborazione analitica, ovvero da un’analisi approfondita delle complessità psichiche che “sostengono” il sintomo.
Ogni passaggio ha un significato ben preciso ed è per questo che ti invito sempre a chiamare uno specialista psicoterapeuta.
Di fronte al sintomo del vaginismo potresti chiederti:
– Perché non voglio un uomo dentro di me?
– Cosa penso del sesso maschile?
– Provo rancore nei confronti dell’uomo?
– Mi lascio andare facilmente? Riesco ad abbandonarmi all’altro?
– In che ambiti della vita sono chiusa?
– Sono una persona eccessivamente razionale?
Conclusioni
Il vaginismo è una delle patologie sessuali del femminile che impedisce una libera sessualità.
Tutti abbiamo diritto a vivere con piacere l’eros, da soli e con il partner.
Quando siamo di fronte ad un disturbo come il vaginismo, bisogna sempre contattare uno specialista che ci possa condurre sulla strada giusta per risolvere il problema.
Spesso non è possibile risolvere da soli un problema, non perché non si hanno le risorse necessarie per farlo, bensì perché grazie ad un punto di vista esperto si possono vedere vie d’uscita nuove a vecchi disagi.
Inoltre è molto importante intervenire al momento giusto.
Lasciar trascorrere troppo tempo potrebbe cronicizzare il sintomo rendendo più lungo il processo di cura.
.P.S. CLICCA QUI per leggere “Eiaculazione precoce: dal mito alla terapia”
Quale cura ed archetipo per la vulvodinia ?
Moltissime donne ne soffrono e pochissime ne parlano.
Pochi medici la conoscono.
Una mia amica ne soffre e prova dolori invalidanti.
Come liberarsene?
Ciao Roberto. È vero se ne parla poco. Cercheremo di scriverne qualcosa. Comunque, in psicologia, ogni caso è qualcosa di singolo e irripetibile.
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