L’amicizia dopo l’amore: eutanasia dei sentimenti

Con ogni addio impari.
E impari che l’amore non è appoggiarsi a qualcuno
e la compagnia non è sicurezza.
E inizi a imparare che i baci non sono contratti
e i doni non sono promesse.

(Jorge Louis Borges)

Molte relazioni sentimentali sono destinate ad avere un inizio e una fine. Alcune finiscono in modo traumatico. Si litiga, fino a sfiorare o a raggiungere l’odio verso l’ormai ex partner. Altre finiscono in modi cosiddetti civili. “Restiamo in buoni rapporti”. “Restiamo amici”. Sicuramente è una possibilità che sfiora in molti. Vorrebbe dire trasformare una relazione finita, in una nuova relazione. Il dilemma fra amore ed amicizia avrebbe un nuovo capitolo. Ma quando si parla di sentimenti radicali, beh, è difficile che ci siano soluzioni morbide. È quasi impossibile che ci siano soluzioni diplomatiche.

Quando finisce una relazione, è possibile restare amici? La risposta è no. Vorrei provare a ragionare con voi su questo no.

Alternative all’amore

Per un po’ forse continuerò a urlare il tuo nome a me stesso, nel cuore. Ma alla fine la ferita si cicatrizzerà (David Grosmann)

La premessa è una delle più scontate: non esistono alternative all’amore. Attenzione: non esiste amore se non c’è nudità. Probabilmente, nemmeno l’amicizia potrebbe esistere senza nudità di anime. E allora come può finire l’amore? Dubitate di chi vi dice che se finisce non è stato amore. La relazione d’amore con l’altro può finire. Proprio perché si tratta di una relazione fra esseri umani. Può venire meno la passione, l’entusiasmo fisico. E perfino il sentimento stesso d’amore può assumere un’altra forma…può modificare le proprie sfumature. Ma l’amore resta come traccia di anima. Un sentimento che ci ha portato ad essere nudi lascia per sua natura tracce indelebili nella nostra anima.

Chiunque abbia avuto una relazione ormai conclusa sa bene come questa relazione abbia condizionato (nel bene e nel male) il modo in cui abbiamo vissuto le relazioni successive. Chiunque abbia avuto una relazione ormai conclusa può riconoscere come ci sono stimoli che tornano costantemente alla nostra mente: profumi, luoghi, oggetti…

L’amore è il sentimento che lascia più tracce nella nostra memoria e nella nostra anima. Le sfumature con cui ciascuno vive e vede l’amore hanno comunque un ruolo, certamente. Ma è un ruolo che rimane in superficie. La differenza la fa la nudità.

Perdere i veli. Aprire varchi per permettere all’altro di entrare dentro il nostro mondo. Concedere spazio. Sono gesti da cui non si torna indietro. Sono gesti di fiducia. Sono gesti che “mettono in pericolo”, perché assumiamo la possibilità di rimanere delusi. Di subire ferite di anima. E anche queste ultime, una volta trasformate in cicatrici, diventano tracce. Impossibili da cancellare. Ma che possono essere integrate, certo.

Nessun tatuatore potrebbe mai creare un disegno sulla pelle coperta dai vestiti. La nudità, indispensabile per l’amore, segue gli stessi principi di un tatuaggio. Il tatuaggio, possibile solo sulla pelle nuda, diventa metafora del disegno che l’amore fa sulle nostre anime. L’amore vive nella nudità di anime e lascia nell’anima un segno, un disegno, una traccia, una cicatrice. Segni che non si possono cancellare. Segni che, però, possono essere integrati. Il tatuaggio con il nome della persona amata potrebbe mai trasformarsi nel tatuaggio del nome della persona diventata amica?! Il senso di quel nome, il significato del segno sulla nostra pelle o sulla nostra anima, non può mutare…

E allora esistono alternative all’amore? Esistono alternative nella relazione con la persona amata? Badate bene…alternative nella relazione, non alla relazione…

Eutanasia del doppio

Pensare che non l’ho, sentire che l’ho perduta.
Sentire la notte immensa, più immensa senza di lei

(Pablo Neruda)

Nel tentativo di rispondere a questa domanda, credo sia importante guardare un tema molto faticoso: il doppio. Un tema tanto caro alla letteratura, alla filosofia, alla poesia e alla psicologia.

Non so quanti di voi abbiano letto “Il visconte dimezzato” di Calvino. Un romanzo centrato sul tema del doppio, inteso come parti opposte, ma integrabili, di un’unica realtà. Il doppio. Ovvero bene e male che si confrontano. Ovvero luce e ombra, che non potrebbero esistere l’uno senza l’altro.

Nel romanzo di Calvino, la possibilità di re-integrare le due metà scisse passa attraverso la “morte” delle metà, per la rio-nascita dell’uno. Morte delle metà che avviene attraverso un duello. Uno scontro. Non possiamo accettare la nostra identità, se non ci confrontiamo anche con la nostra ombra.

Cosa c’entra tutto questo con l’amore?

Innanzitutto, in una relazione è l’alterità che viene a integrarsi. Da un “io” e un “tu” a un “noi”. Da un Tizio e un Caio, nasce una coppia. Un processo alchemico, simile a quello dell’unione di colori primari.

Il giallo e il blu possono formare il verde. Rosso e blu formano il viola. E così via. Ma è possibile tornare indietro da questo procedimento? Non di certo nella vita comune.

Una considerazione come questa ci porta a dire che il tema del doppio vive attraverso morte e trasformazione. Moriamo molto più spesso di quanto possiamo credere. E ogni volta torniamo in vita, ma sotto altra forma. Cosa succede quando finisce una relazione d’amore? C’è un evento di rottura. Una coppia si rompe e si riformano due individui. Due individui che possono instaurare una relazione pacifica, certo. Ma che non potranno creare una amicizia sincera.

Per una volta una presa di posizione netta. Molte e molti non saranno d’accordo. Alcuni addurranno prove di esperienza di vita vissuta.

Ma le tracce d’anima non possono essere cancellate. Non nego la possibilità di rimanere in rapporti civili, di confidenza. Ma non potrà esserci un’amicizia radicale.

Il viola che si crea dall’unione di rosso e di blu rimarrà viola. A meno che non si aggiungano altri colori. Ma una volta che i colori si sono uniti, non possono tornare indietro. Si può aggiungere e non togliere.

Gli innamorati possono essere ottimi amici. Una coppia non può dividersi, ri-creando due persone che siano ottime amiche. Sarebbe un processo alchemico fallito.

Calvino lo spiega perfettamente. Ci sono rotture traumatiche da cui rinascere. Il doppio si trasforma. Si evolve. Non si riduce. Due innamorati che vivono la fine dell’amore e che si trovassero a poter instaurare un’amicizia, beh, creerebbero l’eutanasia del doppio. Un fenomeno ad oggi impossibile.

Conclusioni

Come porre termine, come chiudere: è su questo e non certo su come iniziare o aprire qualcosa, che chi vive la vita liquido moderna ha urgente bisogno di istruzioni (Zygmunt Bauman)

“D’amore non si muore, ma non mi so spiegare perché muoio per te”. Non si muore di amore vero. Ci si trasforma con l’amore. E, purtroppo o per fortuna, non si torna indietro da una trasformazione. Si può sempre andare avanti. Si può sempre affrontare una nuova trasformazione. Ma non si può tornare indietro, come se nulla fosse. E una volta che abbiamo vissuto l’amore, una volta che l’altro ha scoperto il nostro “essere nudi”, non potrà mai dimenticarlo. Non si potrà tornare indietro. Si potrà solo andare avanti, trasformare la relazione. Ma con la nudità dell’amore non si può creare amicizia di una coppia ormai morta a sé.

P.S. CLICCA QUI per leggere L’amicizia tra uomo e donna è una forma d’amore

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Info sull'autore

Teresa Di Matteo

Psicologa, Psicoterapeuta in formazione

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