Polemica, guerra e follia.
Nuovo Dpcm ed è subito polemica.
Tuttavia, quando parliamo di polemica, dobbiamo essere oculati perché essa potrebbe essere sintomo di una guerra incombente. Infatti, secondo la mitologia, Polemos è l’appellativo di Ares, dio della guerra, dei dissidi e delle battaglie.
Viviamo un periodo storico nel quale si sta costellando l’archetipo della guerra: Marte, Ares, Indra, Thor, una divinità che infuria, manda la morte violenta, suscita il panico, fa impazzire gli uomini individualmente e li acceca collettivamente, come società (J. Hillman, Un terribile amore per la guerra, p. 59).
Le 3 caratteristiche della polemica.
Secondo Hillman, Marte Polemos ha tre caratteristiche fondamentali:
1. È normale: dunque, indipendentemente dal nostro intervento, sempre è esistita e sempre esisterà.
“Normale”, facciamo attenzione, non significa che dobbiamo accettarla, significa che dobbiamo carpirne lo scopo, perché ogni sintomo ha un telos psicologico individuale e collettivo.
Secondo Hillman fare polemica, fare guerra, è normale perché essa si appoggia sulle rimozioni e sulle pulsioni aggressive dell’individuo, sul suo piacere di aggredire e distruggere, sul suo appetito per lo straordinario e lo spettacolare, sul suo bisogno ossessivo di autonomia (Un terribile amore per la guerra, p. 38).
Nel nostro caso sono proprio il bisogno di autonomia, sottoforma del lavoro che rischiamo di perdere, la rimozione e la negazione di un pericolo (il Covid), che stanno favorendo l’emergere dell’archetipo di Ares nella nostra società.
2. È sublime: dunque dobbiamo riconoscere la sua trascendenza liberatoria e ubbidire alla sacralità della sua chiamata.
Secondo René Girard la guerra, la polemica e la violenza sono sublimi in quanto unificano le comunità, individuando un nemico comune, un capro espiatorio, una vittima sacrificale.
Il problema storico che stiamo attraversando è che siamo divisi, ognuno di noi ha paure diverse e capri espiatori diversi. In questo modo riversiamo l’odio e l’aggressione in modo fratricida, Caino contro Abele, gli uni contro gli altri.
3 È inumana: dunque dobbiamo contrastarla con le strutture umane dell’amore e della ragione.
La polemica è una forza inumana, pericolosa, spietata e violenta, lo abbiamo visto a Napoli: le persone sono irrazionali e provano odio. Per questo motivo dobbiamo cercare di umanizzare la polemica e la lotta violenta senza ragione.
Pertanto, cosa possiamo fare di fronte alla potenza di un archetipo normale, sublime ma inumano?
Deporre le armi?
No, non dobbiamo deporre le armi, perché in questo modo non rispetteremmo l’archetipo.
Polemos è qui a ricordarci che c’è una guerra in atto, ma non una guerra intestina, una guerra civile di uomini contro uomini.
Il desiderio di aiutare gli altri, ci ricorda Hillman, nasce in modo prorompente solo su un campo di battaglia. L’orrore serve a rendere più intenso l’altruismo (J. Hillman, ibidem, p. 196).
Dobbiamo rendere giustizia a Ares Polemos vivendolo come archetipo, come potenza che può unificare attraverso l’umanizzazione.
Concludo citando nuovamente Hillman: se può essere facile uccidere i vivi, è molto più facile uccidere i morti (J. Hillman, ibidem, p. 78). Non uccidiamo i morti di Covid per la seconda volta dimenticandoli o lottando tra di noi. Diamo un senso a ciò che è stato nei mesi precedenti: lottiamo insieme.
P.S. CLICCA QUI per leggere Siamo divisi: psicologia della paura