I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga (Danny DeVito in The Big Kahuna)
Ogni ricordo nostalgico porta con sé un elemento di Psiche e in questo articolo condurrò il lettore all’analisi etimologica, storica/biologica ed immaginale di quello che rappresenta la nostalgia.
La nascita del termine
Nostalgia è un termine coniato dal medico Johannes Hofer, il quale nel 1688 aveva notato l’insorgenza di una strana malattia che stava dilagando tra i soldati mercenari svizzeri, prestati a combattere fuori dai propri confini. La strana malattia inizialmente si manifestava con un sentimento di voler far ritorno a casa, suscitato dal suono delle campane delle mucche ed anche dalle aree verdi che circondavano i mercenari, questa tendeva però a mutare progressivamente sino a scatenare nel soldato disturbi del sonno, improvvise palpitazioni e una sorta di forma di demenza. Dal sunto della raccolta dei sintomi manifesti della misteriosa malattia Hofer conia il termine Nostalgia, diventata poi uno dei disturbi più studiati durante l’ottocento.
Etimologia del termine
Nostalgia deriva dalla combinazione del termine greco νόστος nostos (ritorno) con il termine ἄλγος algos (dolore). La nostalgia letteralmente è il ritorno al dolore, fare capo a quella condizione che si è vissuta con una particolare emotività. In senso letterale figura la parola dolore, ma questo all’effettivo può non essere manifesto in maniera preponderante, bensì una puntina di dolore può sempre celarsi sul fondo di un dolce ricordo.
Il dottor Hofer propone uno spunto clinico di quella che oggi non è più considerata una malattia, anzi il valore del suo significato è mutato, passando da una constatazione negativa ad una positiva, con la quale è possibile esercitare la riemersione di ricordi piacevoli che alleviano la sofferenza. Quel termine coniato dal dottor Hofer oggi potrebbe essere ricondotto principalmente a quelli che sono gli aspetti della malinconia.
L’origine storica e l’etimologia del termine mi conducono ad approfondire la questione attraverso la lente della biologia, la quale offre un ottimo spunto informativo per il progressivo sviluppo dell’articolo.
L’aspetto biologico
È interessante notare che la memoria è quell’insieme di cassetti in cui vengono custodite le informazioni appartenenti al nostro vissuto. Nello specifico caso della nostalgia, gioca un ruolo fondamentale la memoria episodica, che secondo il parere del dott. Tulving, è un tipo di memoria ipotetica, che non consiste di particolari prove mnestiche, ma la sua caratteristica unica è lo specifico orientamento verso il passato. Ciò che rievoca con più intensità un ricordo, attraverso la memoria episodica, è il senso dell’olfatto, che condivide substrati anatomici comuni al sistema emozionale, identificabili con il sistema limbico ed anche la corteccia orbitofrontale.
Gli odori evocano ricordi emozionali prima di raggiungere la coscienza poiché un ruolo fondamentale è svolto dall’amigdala (sistema limbico), che si attiva sia durante gli stati di esperienza affettiva, ma anche nella percezione degli odori. Le immagini dei ricordi olfattivi riaffiorano con la stessa intensità del passato senza che queste vengano filtrate a seconda dell’evento ricordato, si tratta quindi di un’esperienza autentica.
È stato coniato un termine definito sindrome di Proust in riferimento al ricordo dell’odore e del sapore di una madeleine (dolce francese) che rievoca istantaneamente ricordi nostalgici dell’autore di “Alla ricerca del tempo perduto”, Marcel Proust.
L’odore viene identificato come l’elemento più autentico nella rievocazione di un ricordo, questo è istantaneo e sempre sfugge alla ricerca razionale di quest’ultimo. Se l’odore delle madeleine rievoca in Proust un ricordo nostalgico, a livello immaginale come può esser descritta la nostalgia?
La nostalgia nel contesto immaginale
Nel contesto odierno è la nostalgia dei tempi sottratti quella che si rispecchia maggiormente nell’immaginario collettivo. Un esempio attuale è la distanza dai propri affetti stabili, che di questi tempi è ancora più accentuata, a causa delle restrizioni in atto. La privazione del tempo che non possiamo più avere indietro, lontani dagli affetti, è dovuta (oggi) alla condizione della pandemia globale di Covid 19, esempio perfetto della nostalgia dei tempi in cui ciò che si faceva con libertà adesso non è quasi più attuabile. La nostalgia di un affetto stabile, del suo odore e del suo calore è accentuata dal tempo che corre tiranno che lascia inermi come tra le fauci di Crono. Così però come corre veloce il tempo altrettanto fa la nostalgia che ci riporta a quei giorni in cui potevamo assaporare i frutti delle nostre libertà.
Non va dimenticata la nostalgia degli avvenimenti mai accaduti, in questo frangente ricordo una citazione di Fernando Pessoa, che recita così:
Non c’è nostalgia più dolorosa delle cose che non sono mai state.
Razionalmente questa frase non assume alcun senso logico, ma dal punto di vista emotivo questo prende forma attraverso il proprio immaginale personale. Tale sentimento nostalgico è comune a tutti ed un esempio ricorrente può essere quello di una possibilità mai sfruttata. Forse la paura di sbagliare ha fatto sì che non accettassi quel lavoro, e come sarebbe stata la mia vita se avessi fatto quella scelta? A volte questo tipo di nostalgia ci fa viaggiare e l’immagine che mi viene alla mente è quella del film Sliding Doors, in cui la vita può decidersi su due dimensioni parallele. Inevitabilmente come Pessoa rimpiangiamo quella scelta che non abbiamo fatto cercando conforto in quelli che sono gli aspetti positivi della nostra vita. In questo caso immagino la nostalgia come la carrozza di un treno destinato a percorrere l’itinerario a ritroso facendo tappa nelle stazioni dei ricordi e delle possibilità che lasciano dietro sé il retrogusto dolce-amaro dell’esperienza.
D’altronde la nostalgia non è una “strana malattia” scoperta solamente di recente, anzi, le sue tracce si perdono nel mito ed un episodio che sollecita la mia mente a livello immaginale è quello di Ulisse. Perduto sulle sponde di un’isola, incontra la bella Calipso che cerca di convincerlo a restar con lei, ma tanto è grande la nostalgia per Penelope e per la sua terra che rifiuta l’offerta della nereide. Ulisse alla pari dei mercenari svizzeri si trova lontano da casa ed il ricordo del tempo trascorso tra le braccia di Penelope lo spinge a voler far ritorno viaggiando tra mille difficoltà allo stesso modo dei soldati svizzeri, che però in preda ad una tremenda nostalgia vanno incontro al destino dei disertori.
Torneremo più alle nostre azioni e alle emozioni ad esse collegate? Come Ulisse e i mercenari svizzeri è nostro dovere volgere lo sguardo al passato rivivendo quei ricordi che procurano una sofferente nostalgia dal retrogusto di Algos, il dolore, che in questi casi agisce in maniera preponderante.
Ultimo esempio è l’odore delle madeleine di Proust, un ricordo dal gusto più dolce e meno amaro del precedente, che agisce attraverso i profumi provenienti dalla cucina della zia che sfornava dolci squisiti. Qual è la tua madeleine? Il mio è l’odore di mio nonno, ogni tanto è come se la mente me lo riproponesse e subito riemergono quei ricordi delle giornate passate insieme, a parlare della seconda guerra mondiale e della sua difficile gioventù.
Conclusioni
Quanti ricordi può rievocare un odore?
Inevitabilmente questo è legato alla piacevole esperienza che porta con sé, che però sopraggiunge dopo, e ciò lo afferma anche la scienza. Questa fornisce una spiegazione biologica delle funzioni delle emozioni, ma è presente anche la realtà di un’emozione nostalgica che richiama alla mente quell’esperienza di calore che in quell’instante è bramata.
Così come Ulisse ed i mercenari attendiamo di poter far ritorno a casa, in preda a quella nostalgia che probabilmente è accentuata dallo squisito odore di una madeleine.
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P.P.S. Per la scrittura di questo articolo sono state utilizzate come fonti L’atlante delle emozioni umane di Tiffany Watt Smith (Utet) e gli studi sulla memoria episodica olfattiva del S. Invitto University of Salento.