Lupin III di Monkey Punch
Tutti conosciamo Lupin III, il ladro gentiluomo che appassiona bambini, ragazzi e anche adulti. Penso che, insieme ai Simpson, sia uno dei successi di animazione ad episodi più riusciti. I più eruditi sapranno che Lupin nasce come serie manga ad opera di Monkey Punch nel 1967. La serie tv, che vede tra i suoi registi anche il celebre Hayao Miyazaki, ha avuto una vita lunga (dal 1971 al 1985) e viene riprogrammata continuamente.
Ma perché Lupin ha tutto questo successo?
A parte il piacevolissimo mescolarsi di ironia e dramma, unito ad un pizzico di erotismo dove i valori morali non mai sono scontati, le storie di lupin presentano una tipologia classica di caratteri nei quali è possibile rispecchiarsi. Inoltre, dal suo personaggio si può risalire ad un modello mitologico molto antico non solo caro alla cultura orientale ma anche alla nostra. Vediamo come.
I tipi psicologici ed i protagonisti delle serie
La squadra di Lupin è composta da lui ed altri due personaggi. Daisuke Jigen e Goemon Ishikawa i sono i due fedelissimi compagni di Lupin che lo accompagnano in tutte le avventure e che sono essenziali per la riuscita dei piani. Jigen è un cinico killer dalla mira infallibile, amante del fumo e dell’alcool, un personaggio scuro con una velata nota di malinconia. Esso è quello che Jung chiamerebbe un tipo sentimento, un romantico deluso che segue Lupin perché non ha niente da perdere. La teoria dei tipi ci insegna che la funzione opposta al sentimento è il pensiero. Goemon personifica allora il pensiero nella sua versione giapponese spirituale. È un samurai che si è messo al servizio di Lupin. Ha una spada che taglia tutto, noto simbolo dell’aria e della ragione analitica e vive come un monaco. Lupin è un criminale costantemente inseguito da un valoroso poliziotto che però non arriva mai ad acciuffarlo, l’ispettore Koichi Zenigata. Sempre vestito con un impermeabile marrone Zenigata insegue senza sosta Lupin cercando di metterlo in gabbia. Ricorrendo sempre alla tipologia psicologica di Jung potremmo ben dire che Zenigata è un tipo sensazione, quel carattere pragmatico e terrestre che cerca in tutti modi di fissare nelle maglie della legge e dell’ordine l’anarchico ed imprendibile ladro. Per questo appare evidente come Lupin sia il quarto ed ultimo tipo, il tipo intuizione, la funzione opposta e complementare a Zenigata. Così i quattro personaggi raccolgono insieme le funzioni psichiche che Jung riteneva essere l’espressione della personalità umana, “un sistema di orientamento che serve a mettersi in rapporto con i dati del mondo esterno trasmessi dalle funzioni sensoriali (C. G. Jung, Introduzione alla psicoanalisi, Bollati-Boringhieri, Torino, 2000, p. 26)”.
E Fujiko anche conosciuta con il nome di Margot?
La formosa ed avvenente amante di Lupin, l’unica capace di farlo andare fuori di testa? Appare naturale vedere in lei l’Anima, l’aspetto che ispira e muove l’eros verso l’ignoto e l’inaccessibile. “Anima risponde in modo immaginativo e magico, eccitando l’immaginazione a cogitazioni, ispirazioni, macchinazioni, ricerche, inseguimenti (J. Hillman, Anima, Adelphi, Milano,2002, p.177)”. La combinazione perfetta dei caratteri di questi personaggi ha reso la trama avvincente delle serie tv rispettando un clichè capace di far immedesimare ogni spettatore in ognuno di questi personaggi immersi in vicende ed avventure capaci di accattivare sia i piccoli che i grandi.
L’archetipo all’origine di Lupin
Ancora più in fondo ho notato che Lupin segue una linea di motivi archetipici ben più universali che lo mette vicino ad un particolare tipo di eroe simpatico, geniale e vizioso che rintracciamo anche nelle figure di Pulcinella, Pierino, Peter Pan, Robin Hood e per certi versi nel Tony Stark della cinematografia Marvel. I tratti scimmieschi di Lupin non sono scelti a caso ma si rifanno ad un personaggio letterario famosissimo della cultura estremo orientale. Parliamo del Re delle Scimmie, Sun Wukung nato da un idolo di pietra fecondato dal vento. Sun Wukung, detto Lo scimmiotto è un furbo e ribelle eroe che cerca l’immortalità andando sempre contro le regole subendo spesso penitenze. Le sue peripezie sono narrate in un classico cinese della dinastia Ming, Il Viaggio in Occidente di Wu Chéngen del 1590. La notorietà di questo mito è tale che ha ispirato note serie animate come, The Monkey, Starzinger, e Dragon Ball. La scimmia in oriente viene associata al nostro genio della lampada ed è ritenuto un essere superiore come dimostra anche la religione Induista con il dio Hanuman.
Conclusioni: dalla scimmia a Mercurio
La scimmia diremmo che personifica e contiene quei principi di libertà spirituale da ogni regola e vincolo tipica dell’archetipo di Hermes, il puer briccone per eccellenza. “Il briccone è un essere primordiale ‘cosmico’, di natura ‘divino-animale’, da un lato superiore all’uomo per le sue qualità sovraumane, dall’altro a lui inferiore per la sua incoscienza e insensatezza (C. G. Jung, Opere Vol. 9*, Bollati-Boringhieri, Torino, 2000, p. 256)”. Lupin con la sua dominante intuito che è anche la funzione del fuoco spirituale sarebbe una personificazione orientale di Hermes. Ma come passiamo dall’Oriente ad Occidente? Come rientra la scimmia nel nostro immaginario dal momento che Hermes per noi è un fanciullo con le ali ai piedi? Il nostro tramite viene dalla religione egiziana. Il dio Thot è il dio del linguaggio, della sapienza e della magia. Esso è l’ingegno che nasce dall’intelligenza. Molti sapranno che Thot veniva rappresentato da un Ibis (da cui le ali di Hermes), pochi invece sanno che l’animale di Thot è il babbuino, una scimmia. Della scimmia da noi è rimasto poco, sostituita dall’immagine di un ragazzino, ma sappiamo che una della prime azioni che fece Hermes fu il furto di bestiame ad Apollo. Arriviamo così al nostro orizzonte culturale potendo vedere in Lupin tutti quei tratti tipici di Hermes compresa la passione sfrenata per le belle donne. Non a caso Hermes è noto anche per i suoi amori con Afrodite da cui nascerà il meraviglioso Ermafrodito. E se ancora non siamo molto convinti di questo legame possiamo solo aggiungere che presso gli antichi romani Hermes era chiamato Mercurio ed era il dio del commercio. Non solo, era anche il dio dei ladri.
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