Il Libro Rosso di Jung
C. G. Jung esprime totalmente se stesso nel Libro Rosso, chiamato anche Liber Novus.
Il Libro Rosso di Jung è un viaggio.
Un viaggio immaginale attraverso i demoni della Psiche.
Il Libro Rosso di Jung è l’opera mater dell’immenso e complesso corpo di scritti dello psicologo svizzero.
È un’opera nella quale Jung analizza sé stesso per analizzare il mondo. Parte dall’osservazione delle sue profondità per adattare queste profondità al mondo.
Questa è un’ottima intuizione perché sappiamo che a livello fisico siamo fatti della stessa materia delle stelle. Quindi ciò che è noi è anche il mondo.
Jung vive la sua solitudine per cercare se stesso attraverso le immagini.
Perciò una certa solitudine e un certo isolamento sono le condizioni di vita indispensabili per il benessere nostro e degli altri, altrimenti non si può / essere sufficientemente se stessi. Libro Rosso, Jung, p.315
In psicologia si dice che ogni autore è un metodo. Ascoltare se stessi significa ascoltare una parte del mondo e dell’Altro.
Cosa ascoltò Jung di se stesso?
Opposti e conflitti
Guardando dentro di sé Jung scoprì un mondo fatto di opposizioni.
L’opposizione esterna è un’immagine della mia opposizione interiore. Dopo che l’ho capito, taccio e penso alla voragine dei conflitti presenti presenti nella mia anima. Libro Rosso, Jung, p.279
Jung intuisce questo mondo interno fatto di opposizioni e conflitti e comincia ad analizzarlo.
Per analizzare questo mondo passa attraverso quello che lui chiama il suo Medioevo, il suo Inferno:
Inferno è quando il profondo arriva a voi con tutto ciò di cui non siete più o non siete ancora padroni. Inferno è quando non potete raggiungere ciò che potreste. Inferno è quando dovete pensare, sentire e fare tutto ciò che sapete di non volere. Inferno è quando sapete che per voi dovere è anche volere e che ne siete responsabili. Inferno è quando sapete che tutte le cose serie che vi proponete di fare sono anche ridicole, che ogni cosa raffinata è anche grossolana, che tutto il bene è anche male, che tutto ciò che è elevato è anche basso, e che ogni opera buona è anche un’azione infame. Libro rosso, Jung, p.245
Attraversando l’Inferno scopre un mondo fatto di luci ed ombre, di bene e male, di maschili e femminili, di vita e morte…
Ecco alcuni passi:
Sai tu quanta femminilità manchi all’uomo per essere completo? E sai quanta mascolinità manchi alla donna perché sia completa? Voi cercate il femminile nella donna e il maschile nell’uomo. E così esistono sempre e soltanto uomini e donne. Ma dove sono gli esseri umani? Libro Rosso, Jung, p.263
Noi viviamo anche nei nostri sogni, non viviamo soltanto durante il giorno. Libro rosso, Jung, p.242
Devo liberare da Dio il mio Sé, poiché il Dio che ho conosciuto è più che amore, è anche odio; è più che bellezza è anche ripugnanza; è più che sapienza, è anche assurdità; più che forza, è anche impotenza; più che onnipresenza, è anche la mia creatura. Libro Rosso, Jung p.339
Dopo aver esplorato il suo mondo infero ed essersi preso cura del Diavolo interiore che gli aveva permesso di guardare l’altro punto di vista e di uscire dalla sua univocità, Jung capisce che ciò che è dentro è anche fuori.
Così Jung porta fuori ciò che era dentro.
Perciò il creato aspira naturalmente alla differenziazione, alla lotta contro il primordiale pericolo dell’identità. Questo viene detto principium individuationis. Tale principio è l’essenza di ciò che è creato. Da ciò voi vedete perché l’indifferenziazione e il non operare distinzioni siano un grave pericolo per il creato.
Per questo dobbiamo differenziare tra le proprietà del pleroma. Tali proprietà sono le coppie di opposti, quali:
l’efficace e l’inefficace,
il pieno e il vuoto,
il vivo e il morto,
il diverso e l’identico,
il chiaro e lo scuro,
il caldo e il freddo,
la forza e la materia,
il tempo e lo spazio,
il bene e il male,
il bello e il brutto,
l’uno e i molti ecc..Le coppie di opposti sono le proprietà del pleroma, che non esistono perché si annullano a vicenda. Dato che noi siamo il pleroma stesso, abbiamo in noi anche tutte queste proprietà; dato che il fondamento della nostra essenza è la differenziazione, noi possediamo queste proprietà in nome e nel segno della differenziazione (…) Libro Rosso, Jung, p.347
Conclusioni
Grazie alla vastità e alla complessità dell’opera di Jung abbiamo imparato a riconoscere e differenziare per opposti la realtà interiore ed esteriore, per poi superare questi dualismi integrandoli.
Ovviamente la visione di C.G.Jung è solo un modo di conoscere il mondo.
Pensare per opposti e conflitti è una delle tantissime possibilità attraverso le quali guardiamo la realtà.
Per conoscere altri punti di vista sulla realtà dobbiamo scoprire altri autori, perché ognuno di essi è un mondo. Ogni pensiero è un viaggio che ci conduce nella conoscenza di noi stessi e del mondo.
Qual è stata la tua esperienza di Jung? Scrivilo nei commenti qui sotto!
N.b. I riferimenti di pagina delle citazioni sono state prese dalla versione integrale del Liber novus. È un po’ costosa e ingombrante per questo ti consiglio l’edizione studio.
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Sono venuto a conoscenza del pensiero di Jung da ragazzo (fine anni ’70), allora mi rimase incomprensibile. Leggevamo Freud durante il liceo, era per noi un lampo di luce che ci aiutava nel processo di auto-consapevolezza a scoprire le dinamiche della mente. L’idea di un “inconscio collettivo” ci risultava inafferrabile, radicati come eravamo sull’IO, e il pensiero di Jung venne accantonato per tempi migliori.
Ho continuato gli studi negli anni ’80, frequentavo la facoltà di sociologia, l’interesse e la curiosità mi portò ad approfondire la Teoria Critica della Scuola di Francoforte (Adorno, Horkheimer, Marcuse, ecc. fino agli eredi più recenti tra cui Habermas). In questi autori l’influenza del pensiero di Freud è stata determinante anche se la critica al potere assoluto della ragione ne evidenziava i limiti.
Dopo tanti anni, mi sono ritrovato casualmente a rileggere “L’io e l’inconscio” di Jung. Con grande sorpresa tutto ciò che leggevo mi era più chiaro, più ricco, completo e coerente con la realtà del mio mondo interiore.
Forse il mio primo approccio (giovanile)con gli scritti di Jung era filtrato dai limiti di una cultura occidentale e di una razionalità strumentale. Certamente nella nuova comprensione mi ha aiutato la recente conoscenza della filosofia buddhista.
Sono rimasto affascinato dal pensiero di Jung, dalla sua vita e dal suo percorso di ricerca, dal contributo immenso che ci ha lasciato per la conoscenza del mondo interiore.
Vorrei riprendere a studiare, compatibilmente con gli impegni di lavoro, e per questo vi ringrazio della recensione su Il Libro Rosso.
Grazie Vito per aver raccontato il tuo incontro con Jung!
Sono il libro rosso. L’ho letto un anno fa e mi ha sbalordito accorgermi che dice parole identiche a quelle che alcuni chiamano poesie…ma che io ho scritto sotto l’imperio di mie visioni e voci di dentro? Chi ci parla con parole e punteggiature identiche seppure apparentemente in lingue differenti?
Jung mi rimanda sensazioni, stati d’animo e vissuto interiore già da un po…. credo di aver raggiunto il mio grado di autoconsapevolezza per iniziare a immergere la mia anima nei suoi libri …grazie, con i vostri articoli date modo di conoscere ciò che a un “comune mortale” che non studia la materia ma ne è appassionato di scoprire e approfondire su se stessi a livello curativo ma in generale per ampliare la propria cultura personale!
Grazie mille Silvia, questo è proprio il nostro fine!
Innanzitutto grazie per questi articoli che mi permettono di avere una base chiara sulla visione di Jung. I suoi scritti , fra l’altro , mi hanno fatto rivedere il concetto di felicità. Se da una parte la sua vita/visione/scritti mi rimandano ad una ricchezza della vita medesima, dall’altra mi chiariscono quanti sistemi, in generale, l’essere umano escogita ( anche io stessa) per non accettare l’ombra, l’ignoto, la contraddizione , il male . il dolore . La fuga non è la “soluzione”. Buon inizio di settimana
Conosco superficialmente Jung, mi interessa la psicoanalisi e la filosofia da oltre trent’anni, ma qualcosa mi ha sempre trattenuto dall’approfondirlo. Quel poco che ho letto mi ha sempre affascinato. Forse la sua contrapposizione a Freud ha creato in me un pregiudizio mai sopito. È il tempo di superare l’impasse.
Buongiorno
Jung mi ha, svelato un mondo che conoscevo superficialmente, parlo della mia casa psichica, ho sostenuto tre anni di psicanalisi freudiana e certe sensazioni mi portavano a riflettere con un senso di incompletezza rispetto ai temi che mi riguardavano, poi dopo qualche anno l incontro con Jung avvenne con un mio insegnante che mi parlò e mi consigliò gli scritti di J. Hillman, e da li approfondendo scopro Jung.
La già citata sincronicità, si era messa in moto…