La vita offre mille opportunità, basta sapere dove guardare!

Il 25 dicembre sulla piattaforma on demand di Disney è stato lanciato al pubblico italiano il gioiellino Soul. Una nuova creazione Dinsey-Pixar, destinata non solo ai bambini. In quasi tutte le creazioni dell’universo Disney ci sono elementi, mirco o macro storie che hanno avuto e hanno non solo una decisa simbologia psicologica, ma che hanno lasciato perfino una traccia nella formazione di molti di noi. Soul è l’ultimo arrivato, ma già solo dal titolo – la cui traduzione in italiano è “Anima” – si presenta come un tema degno dell’attenzione degli appassionati di psicologia, degli appassionati dell’animo/a umana. Ma perché così spesso i cartoni hanno il potere di comunicare con tanta efficacia pezzi di noi e delle nostre storie?

Parliamo di Anima

Tu sei qui mia piccola anima, e ti troverò.

Parlare di anima è un tema scomodo. Se usiamo la lente del metodo scientifico, non è possibile dimostrare l’esistenza dell’anima. Ergo, in molti hanno il diritto di dire che l’anima non esiste. Perfino in uno dei film della saga di Don Camillo, parliamo degli anni ’50 del secolo scorso, c’è stato il tentativo di affrontare il tema dell’esistenza dell’anima. Uno scontro ideologico. Molto simile, in ambito psicologico, alla diatriba sull’esistenza e sulla validità del concetto di inconscio.

La Disney, ad esempio, ha da sempre puntato a creare temi e contenuti che parlassero all’anima dello spettatore e solo in un secondo momento alla sua sfera razionale.

In molti filoni di pensiero si tenta di scindere il concetto di anima non solo dalla fisicità dell’essere umano, ma dalla sua razionalità. In altri, si unisce l’idea di anima a quello di psiche. Letteralmente, il termine anima ha intime connessioni con l’idea del soffio. Un’energia immateriale ma capace di generare vita ed energia.

In questa sede, non ho l’obiettivo di raccontare la mia opinione sul concetto di anima, mi accontento di raccontare perché parlare palesemente di anima in un “cartone” è un’idea coraggiosa e carica di senso.

Gli autori di Soul hanno pensato di dare un corpo al protagonista della storia. Chiamare un film significa già in partenza svelare il senso della storia che questo film racconterà. Sì, perché credendo o meno alle varie concezioni di anima, tutti possiamo trovarci d’accordo nel ritenere che raccontare una storia di anima vuol dire raccontare un viaggio, un percorso. Come nei secoli sono stati viaggi di anima i racconti di Odisseo, la Divina Commedia e perfino i Promessi Sposi. Se parliamo di anima, parliamo di una storia di cambiamento. Sempre.

Per quanto in molti c’è l’idea di anima come qualcosa di immutabile, con facili commistioni con l’idea del destino, nell’anima psicologica c’è il contenitore perfetto per la nostra storia di vita. Una storia in perenne mutazione.

In Soul, Dinsey-Pixar ha colto alla perfezione la sfumatura del racconto della lotta fra anima e destino.

L’Anima in una vita immutabile

Libera la tua essenza! Quella passionale, travolgente!

Ho già scritto in precedenza il mio pensiero sull’idea di un destino già scritto per ciascuno di noi. Siamo all’inizio di un nuovo anno e per i prossimi giorni riceveremo non solo gli auguri – anche su questo, sul diritto di non fare e di non rispondere agli auguri, ho già avuto modo di dire la mia – ma anche a una serie di propositi, nostri ed altrui, come se il passaggio da un anno a un altro segnasse l’entrata in un mondo nuovo. Anche questa idea, questa abitudine di fare propositi, stride con l’idea di cambiamenti radicali che ciascuno di noi può compiere nella propria vita.

Vi ripropongo una massima che mi ha sempre fatto riflettere: “Un elefante non può trasformarsi in una ballerina”. Una frase che possiamo leggere come una regola aurea: nella nostra vita sembrano esserci confini invalicabili, indipendentemente dal nostro impegno.

Ed ecco che la Disney ci pone davanti al luogo dove ogni anima coglie il suo dono, coglie la sua passione, la caratteristica, il dono, in grado di distinguerla da qualsiasi altra. Ognuno di noi ha la sua, anzi, le sue passioni. Gesti, sfere di vita, realtà che ci fanno sentire in armonia con l’universo intera. Passioni che a volte assorbono ogni nostra energia.ma sono esattamente quelle realtà che ci caratterizzano da chiunque altro, che ci fanno essere unici in tutto l’universo.

Poco importa se esiste un luogo dove ognuno di noi riceve il suo dono. Importa ancor meno se con quel dono guadagneremo soldi.

Sarebbe bello scoprire che il nostro talento, la nostra passione, fosse inciso in qualche segmento di DNA. Come in Futurama, basterebbe un microchip per fare di quel dono il nostro percorso di vita.

Nella realtà di ciascuno di noi, invece, scoprire e vivere le nostre passioni vuol dire fare sacrifici per amore. Significa cadere e trovare la strada per rialzarsi. Proprio come, fantasticamente, avviene a Soul.

Poi c’è un corollario dell’avere un dono o una passione viscerale: la responsabilità. Perché i doni più unici, così come gli amori più veri, richiedono tanto impegno. Richiedono la cura che si può impiegare per rendere un mucchio di cartoni un castello. L’impegno per credere che la notte del 24 dicembre un vecchietto possa viaggiare per tutta la Terra, per difendere l’idea del Natale. La costanza di chi ogni mattina si sveglia e si dà da fare per raggiungere un obiettivo.

La responsabilità dei nostri doni e delle nostre passioni sembra essere la conseguenza dell’immutabilità del nostro destino. Tu corri, ti affanni, fatichi, ma la vita non cambia. Così come gli anni cambiano una sola volta l’anno. Perché il nemico della vera soddisfazione dei nostri doni è il tempo, o meglio, l’ottica con cui poniamo il tempo come giudice per la nostra vita.

E allora perché le creazioni della Disney riescano a darci degli insegnamenti così psicologicamente forti?

Conclusioni

Da bambino mio padre mi portò con lui in un jazz club: l’ultimo dei posti che avevo in mente. Ma c’era un tizio, era come se fluttuasse nel nulla. Si era perso nella musica: ne era rapito.

Walt Disney aveva un dono. E da quel dono ha costruito non solo un impero, ma un canale per comunicare con generazioni di individui. La Disney ha trovato il modo per rappresentare il nostro mondo onirico con forme e linguaggi che sembrano create per bambini. Walt Disney ha capito che per parlare efficacemente a un adulto devi parlare con il bambino che è stato. Colpire la sua fantasia, la sua immaginazione…la sua anima. I film Disney hanno trovato un canale di comunicazione con la nostra sfera dell’anima, con quell’insieme di immagini ed energia che caratterizza realmente chi siamo. Non posso asserire con certezza né tantomeno posso dimostrare che esiste l’anima. Tuttavia, posso dire con certezza che con l’anima di ciascuno di noi si può parlare. Si può comunicare con quella sfera di noi, che, in continua evoluzione, rimane pur sempre la più bella espressione della nostra identità. La Disney ne ha fatto un mantra di comunicazione, di cui Soul è l’ennesima dimostrazione.

P.S.
A tutte e tutti l’augurio di far vivere le vostre più intime passioni in tutto questo nuovo anno che sembra essere iniziato!

P.P.S. CLICCA QUI per leggere RIDERE IN FACCIA AL DESTINO

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Info sull'autore

Teresa Di Matteo

Psicologa, Psicoterapeuta in formazione

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