Si è concluso qualche giorno fa il festival della canzone italiana, Sanremo 2021, un’edizione senza precedenti, un’edizione senza pubblico, un’edizione irripetibile.
A conquistare il leoncino d’oro sono i Maneskin, quattro ragazzi che riportano in auge un concetto musicale, il rock, in un contesto – il palco dell’Ariston – quasi sempre condito da canzoni amorose e sdolcinate.
Tuttavia tra i tanti “Inni ad Eros” un altro componimento ha colpito milioni di italiani collegati sul canale Rai. Una canzone di un giovane ragazzo, così tanto amato dalle donne di oggi, tale da essere considerato addirittura un “sex symbol” secondo alcuni giornali di gossip… Irama!
“La genesi del tuo colore” non è una semplice ballata commerciale ma riveste un contenuto profondo se letta attraverso Anima, se letta in trasparenza. Come da tradizione prima di iniziare a leggere il significato immaginale della canzone di Irama, CLICCA QUI per ascoltarla.
Ribaltare la prospettiva
James Hillman, all’interno del suo famoso scritto “Il sogno e il mondo infero” ci propone una lettura dei sogni, delle immagini e della realtà quotidiana ribaltata, ovvero vista non come una salita al cielo, secondo un Io erculeo, alla conquista di tutto e tutti, ma come una discesa negli inferi, per prendere contatto con le nostre profondità. E da questa prospettiva voglio partire nell’analisi del successo di Irama.
“La nostra psicologia del profondo parte dalla prospettiva della morte” (J. Hillman – Il sogno e il mondo infero)
L’inizio – Irama imprigionato
“Un membro dello staff di Irama è risultato positivo al covid, quindi il cantante non potrà esibirsi sul palco, ed è stato isolato in una camera per la quarantena preventiva”, queste le parole di Amadeus il giorno d’inaugurazione del festival.
Il sogno di gloria sembra svanire ma inizia un nuovo sogno, quello di Ade.
Isolato e rinchiuso in camera, come fosse in prigione, tanto da ricordare Efesto nella sua stessa trappola o uno dei Titani intrappolati nel Tartaro.
Una doccia fredda o meglio dire congelata per il giovane ragazzo tanto da alludere secondo la nostra prospettiva ribaltata ad uno dei simboli degli inferi, lo Stige: uno dei cinque fiumi presenti nell’oltretomba, un fiume di ghiaccio, un fiume che blocca qualsiasi cosa. Un fiume, presente nel nono girone dell’inferno secondo Dante, che offre la possibilità di entrare in contatto con figure dal cuore non sempre “caldo”, un cuore congelato come quello appartenente ai traditori come Giuda, Caino; proprio come il componente dello staff, che ha involontariamente tradito Irama, causandone l’allontanamento dal palco dell’Ariston.
“Non sarà la neve a spezzare un’albero”.
Recitano le prime parole del testo, si, ma solo se si prende coscienza che a tutti noi concerne il mentire, il tradire, anche se involontario, ma se accettato, se visto da un’altra prospettiva può permettere l’accrescimento e il ritorno alla vita, come lo è il monito di tutta la canzone.
La parte centrale – Un nuovo modo di vedere
“Scoppierà il colore, scorderai il dolore, cambierai il tuo nome”.
Nell’ascoltare tutto il brano infatti il tema principale che emerge è questo ritorno alla vita dopo essere stati a contatto con la morte. Nel video su YouTube della canzone si nota come la protagonista, una giovane pilota, dopo aver perso il fratello in un incidente di corsa, dopo aver toccato con mano il lutto, la disperazione, torna a risplendere con nuovi occhi, come se avesse acquisito una nuova visione, una nuova capacità di vedere, di vedere oltre.
Eraclito diceva che “i confini dell’anima non li potrai trovare, così profondo è il suo logos”. Questa affermazione sulla profondità vuole far intendere che ciò che è soltanto visibile non soddisfa mai l’anima perché questa ama andare al di là, sempre più dentro, sempre più nel territorio di Ade. La morte, serve a dare senso, serve a dare la capacità di poter ritornare a colorare tutti i momenti della vita dopo aver fatto tappa negli inferi, dopo aver preso contatto con il nero, con le immagini luciferine di morte, dopo aver toccato il fondo, dopo essersi svuotati di tutto il dolore che si sente, e permettere che l’altro, la persona “organicamente” dissolta, possa vivere dentro di sé, attraverso la sua immagine, che non scompare mai anzi:
“L’immagine di una persona sopravvive alla sua partenza e, a volte, dopo che la persona se ne è andata, è ancora più potente” (J.Hillman – La forza del carattere)
Pillola Alchemica
“Colora l’anima con una lacrima”.
Recita una delle parti più intense del testo di Irama, nel ritornello, mentre archi e vìolini si incastrano con le percussioni. Lacrima, goccia di umore che stilla dall’occhio, goccia che scioglie, goccia che sbroglia il dolore fisso e solido della perdita come una “solutio” alchemica. La solutio è una delle operazioni dell’alchimia che permette agli aspetti fissi e immobili della personalità, i quali non permettono alcuna modifica, alcun cambiamento di essere mutati, trasformati ed integrati dentro di sè. Quando si vede tutto nero, quando ci sentiamo giù, quando ci sentiamo soverchiati dal dolore di una perdita di una persona amata, quando ci sentiamo pieni di emozioni e sentimenti di tristezza il piangere permette all’immaginario del lutto di ammorbidirsi, di sciogliersi e non essere inflazionato, ovvero ricoperto di troppe energie. Il versare lacrime permette di fare esperienza dell’immaginario, di prendere contatto con esso, di viverlo e di farlo proprio in modo tale che dopo si possa tornare a colorare l’anima, a vivere.
Nelle lacrime è contenuto il sale alchemico, sostanza che permette alle nostre immagini, nel fare l’esperienza sopra citata, di fissarsi.
“Il sale dunque fa si che gli eventi siano vissuti con i sensi e con il sentimento, dando a ciascuno di noi il senso del personale : le mie lacrime, il mio sudore e sangue, il mio sapore e valore” (J. Hillman – Psicologia Alchemica)
La fine – La genesi
“E l’armonia del silenzio sarà una genesi, La genesi del tuo colore”.
Dopo aver analizzato alcune delle parole del testo non resta che giungere alla fine della nostra analisi immaginale ribaltata.
Toccare la fine, toccare la morte, per tornare a vivere, per tornare ad un nuovo inizio.
L’esser passati attraverso il mondo di Ade permette ad ognuno di avere nuove capacità, non solo quella di “luce” appartenente al dio degli olimpi Zeus ma anche quella di “ombra” del dio del sottosuolo, e far si che si abbia la facoltà di vedere in maniera differente quello che ci circonda, di vedere in trasparenza le ombre, le immagini, la realtà. Genesi, una nuova origine, la definisce Irama, il cantante dagli orecchini piumati, che ha saputo far parlare l’anima dalla sua prospettiva, dalla profondità a cui appartiene, dal mondo infero.
Il senso della morte è la vita.
“La genesi del tuo colore” è tornare a vivere dopo aver attraversato la morte.
P.S. CLICCA QUI per leggere la lettura immaginale della stupenda VOCE di MADAME