Jambo e il Sorriso di Demetra
Jambo è il tormentone dell’estate 2019, che racchiude in sé, inaspettatamente, un profondo significato psicologico. Jambo ci racconta di un sorriso particolare e mitologico: il sorriso di Demetra che spalanca in noi l’estate psichica, simbolo di un momento liberatorio per l’anima, grazie al quale abbattiamo i muri interiori che ci imprigionano.
Per noi de L’Anima Fa Arte ogni tormentone ci descrive un movimento psicologico dell’inconscio collettivo e può comunicarci una dinamica profondamente immaginale. Per questo motivo, dopo aver ascoltato e ballato Jambo di Takagi e Ketra, interpretata da Giusi Ferreri e OMI, abbiamo deciso di farne una lettura in trasparenza in pieno stile psicologico archetipico, cercando di afferrare le immagini che ci propone e farne tesoro per la Psiche.
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Possiamo fare quello che vogliamo
non abbiamo bisogno di queste mura
noi facciamo le nostre regole e leggi
non possiamo sbagliare
mi hai detto si essere pronta
stai per farcela
le tue lettere senza amore saranno melodrammatiche
sei il mio paradiso, 24/7
ho bisogno del tuo miele, ho bisogno del tuo limone
non mi serve un’altra ragione
sei abbastanza per me
creiamo dei ricordi
L’estate rappresenta il tempo psicologico per uscire dalle proprie mura interiori, possiamo fare quello che vogliamo e non abbiamo bisogno di queste mura. Durante la nostra esistenza costruiamo pareti interiori fatte di mattoni di leggi e regole, delle quali ci serviamo per proteggerci dai pericoli esterni. Con il tempo però, creando la casa dall’interno, finiamo per intrappolarci nella nostra stessa recinzione, erigendo intorno a noi il nostro personale inferno.
Come oltrepassare i muri interiori? Come liberarci dall’inferno che abbiamo edificato?
Quando ci sentiamo intrappolati dobbiamo invocare lo spirito estivo che è in noi, lo spirito che ci porta a non avere ragioni, ad andare oltre i nostri pensieri e ad agire per creare ricordi, ovvero facendo del passato qualcosa che non agisce nel presente. Uscendo fuori dalle mura che abbiamo innalzato nei periodi invernali dell’anima, troviamo miele e limoni, liberandoci dalla razionalità dell’anima. L’estate psichica è il momento di apertura della Psiche, quel momento in cui capiamo che possiamo tracimare dai confini nei quali abbiamo deciso di abitare.
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Non c’è bisogno di niente. Le regole della notte
E non c’è bisogno di niente
ahi ahi ahi ahi
quando la notte ti prende
ahi ahi ahi ahi
tra il cielo e la savana
tutto girava
Jambo Bwana
dicevi tu guardando me
guardando me
Quando si esce dal solco delle proprie leggi, non abbiamo bisogno di nulla, usciamo in una zona senza regole e sconosciuta: la Notte, figlia del Caos. Quante volte nella vita ci permettiamo di essere catturati dalla Notte per essere condotti nei suoi luoghi inferi? Quante volte ci permettiamo di accogliere idee o persone che ci fanno girare la testa tra il cielo e la savana? Solitamente resistiamo alla notte perché lo sconosciuto ci incute paura. Tuttavia, La vita non vuole soltanto ciò che è limpido, ma anche ciò che è torbido; non solo la luce, ma anche l’oscurità; anzi, vuole che a ogni giorno segua la notte. [C. G. Jung, Opere 14/2, p.343]
Jambo Bwana, – Salve signore – mi dicevi guardando me.
Questo saluto è il saluto del nuovo che ci aspetta, dell’oltre, dello sconfinato, dell’estate che ci libera dalle leggi autoimposte. Uscire fuori dai propri confini è un atto che ci fa girare la testa, ma a volte è necessario per continuare a vivere, perché la Psiche, come il tempo, è stagionale. Pertanto, sono necessarie le estati dell’anima per prepararci ai lunghi inverni. Non possiamo vivere di soli inverni, chiusi in casa, circondati dalle strutture che ci proteggono ma che, allo stesso tempo, ci imprigionano.
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Segui il fiume all’orizzonte
Segui il fiume all’orizzonte
dove l’estate non cambia colore
dai che è vicino anche il sole
sopra alla linea dell’equatore
tu dimmi che vuoi restare
con me se il mare è blu
voglio andarci con teSiamo in cima al mondo
continua a ballare […]
fino a che il tempo non scade
finché il mondo non cade
Lasciarsi andare non significa vivere privi di regole, lasciarsi prendere dalla notte significa affidarsi alle leggi dell’oscurità, come se stessimo seguendo un fiume all’orizzonte per essere condotti in un luogo dove l’estate non cambia colore, dove è vicino il sole, sopra la linea dell’equatore, ovvero un luogo dove le regole sono ribaltate e i limiti psichici ridefiniti.
Quanto poco siamo capaci di vivere! Dovremmo crescere come un albero che non conosce neppure lui la propria legge [C.G.Jung, Libro Rosso, p.237]
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Conclusioni: Jambo Bwana
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Tutti abbiamo bisogno della nostra estate psichica, del nostro tormentone che ci tormenta, ci stringe, ci avvolge, ci scaglia e ci conduce oltre [etimologia tormento]. Trattenuti dall’educazione, dalle nostre regole, dalle leggi che ci autoimponiamo per sembrare giusti, belli, buoni e bravi, nei momenti di sofferenza non abbiamo bisogno del calore asfissiante di una casa, ma della libertà caotica delle notti estive per abbattere i nostri muri interiori. Così bisogna vivere: senza riserve, sia nel dare sia nel rifiutare, secondo quello che le circostanze richiedono. Allora superiamo tutto [C. G. Jung, Jung Parla, p.212].
Jambo Bwana è quindi un saluto, un saluto al lasciarsi andare, al fine di oltrepassare le mura interiori che ci bloccano e ci arginano. Mi piace pensare che Jambo Bwana rappresenti il sorriso di Demetra che, dopo aver pianto per lungo tempo, ritrova la figlia intrappolata Persefone. L’ancella Baubo si avvicinò all’inconsolabile dea greca che aveva perso la figlia Persefone e cominciò a scherzare. Demetra fece un grande sorriso [nda dicendo magari Jambo Bwana] ricco di spensieratezza e speranza che divenne il simbolo del ritorno alla vita. Quel sorriso raggiunse anche il mondo infero dove Ade teneva imprigionata Persefone. La figlia divina, dopo aver percepito quel sorriso, tornò così in superficie: fu quello il momento in cui nacque l’estate. Da quel giorno ogni volta che Persefone torna in superficie il sorriso di Demetra spalanca le porte all’estate psichica.
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