La valutazione amorosa della gelosia
La gelosia è un mostro dagli occhi verdi che dileggia la carne di cui si nutre (William Shakespeare, Otello)
La gelosia è la bestia nera di molte coppie. È in uso pronunciare questa affermazione: “Troppa gelosia è dannosa, ma quando è troppo poca o nulla vuol dire che non c’è amore”.
In questa popolare enunciazione è celata la credenza che la gelosia sia la spia dell’interesse e che tastando il termometro della gelosia si possa sapere se il nostro amato sia effettivamente “preso” e fedele. Se è troppo geloso è pazzo e se lo è troppo poco non è innamorato. Va da sé che, attraverso questo criterio, la nostra personale gelosia venga valutata come indice di interesse amoroso. “Se sono geloso è perché amo”.
In nome dell’amore
“Dottore picchio mia moglie perché così, se non mi lascia, ho la certezza che mi ami.”
Se si ritiene la gelosia l’altra faccia della medaglia dell’amore allora in nome dell’amore ci si sente in diritto di perseguitare il partner: si controllano ritualmente le chat Whatsapp e Messenger; si obbliga il partner a consegnare le passwords dell’email, del cellulare e dei social network.
In nome dell’amore il partner non rifiuta di dare ciò che viene reclamato ed è sempre in nome dell’amore che verrà controllato scrupolosamente. Niente da nascondere equivale a sentimento sincero ed esclusivo. L’amore come una certezza indubitabile, suffragata da evidenze empiriche.
Separare l’amore dalla gelosia
In nome dell’amore si combattono ogni giorno, e da sempre, le più dissennate Crociate.
Diciamolo chiaramente: la gelosia non ha niente a che vedere con l’amore, e la relazione di coppia è solo uno sfondo su cui si proietta. L’amore per esistere non ha bisogno della gelosia e la gelosia non ha bisogno di coprire le spalle all’amore.
Facciamo un’igienica opera di differenziazione psicologica: se si costella l’immagine psichica chiamata Gelosia vuol dire che si è gelosi, e ciò a prescindere dalla sincerità o meno del principe dei sentimenti romantici. Giustificare la Gelosia con l’Amore non le rende giustizia e ci nasconde allo sguardo il suo scopo. Ogni immagine psicologica, ci insegnano Jung e Hillman, anela a compiere il proprio destino.
Lo scopo della gelosia
Gelosia viene dal latino zelus e dal greco zelos con il significato di zelo e di spirito di emulazione. Zelo vuol dire impegno assiduo e laborioso che ha come scopo quello di raggiungere il massimo prefissato, emulare al massimo grado di precisione un lavoro ideale.
La gelosia chiama l’individuo a un lavoro impegnativo. È una forza possente che cerca di compiere un lavoro psicologico nel più pressante ed esatto modo possibile.
Spostiamo quindi il focus sull’individuo in cui si costellano le immagini di Gelosia per capire di che tipo di lavoro si sta parlando.
Le immagini della gelosia
“Lui è mio, il mio tesssoro (Gollum, Il Signore degli Anelli).”
Quando il partner è al lavoro, o con gli amici, gli occhi diventano ciechi e la fantasia si anima. Compaiono allo sguardo di Psiche decine di ninfette e ninfomani capaci di attirare a sé il nostro lui, che è sempre un’immagine della fantasia, ricordiamolo. Viene naturale ridirezionare lo sguardo distolto per controllare che la coppia sia ancora integra. Allora chiamiamo il partner: “Dove sei? Con chi sei? Quando torni?”
Abbiamo paura che ci venga rubato l’Animus, o l’Anima nel caso fossimo uomini. Lo sguardo allora va direzionato sul processo psichico del geloso e non sul partner in carne ed ossa. Le immagini di maschili o di femminili che si affastellano nella mente manifestano qualità del geloso e quelle qualità vanno realizzate nell’individuo.
Se si sospetta che il partner ci tradisca è perché da qualche parte stiamo tradendo la realizzazione di Psiche che allora con quelle immagini di seduttrici ci perseguita. La gelosia nei confronti del partner fisico sta per la necessità coercitiva che la Psiche ha di realizzare l’irrealizzato. Chiediamoci, al sorgere della gelosia, cosa di esclusivamente nostro e intimamente individuale stiamo nascondendo e stiamo impedendo che si realizzi.
Torturare il partner è la stessa risposta umiliante che imponiamo ai meandri più privati della nostra psiche che bolliamo come immorali e non degni del loro tentativo di seduzione. Togliere la privacy all’altro vuol dire svuotare del potenziale creativo l’intimità nostra e assieme della coppia. Forse a questo bacino creativo interiore e al lavoro su di esso fa riferimento il lavorio incessante che fa capo alla parola zelus/geloso.
Lavorio intimo e individuale
Perdere un pezzo fondamentale di sé come il partner corrisponde psicologicamente al non poter realizzare Psiche e quindi all’aver timore di perderla. In questo caso controllare la tenuta della relazione di coppia è una rassicurazione che non ci assicura la produzione della completezza psicologica junghiana.
L’equivoco sta nell’aver delegato alla coppia lo svolgimento completo del proprio processo psichico. Il terrore di perdere il partner indica allora la paralizzante certezza di non avere i mezzi per portare avanti il lavorio psicologico individuale senza poterlo delegare al funzionamento della coppia. Ciò è terrorizzante e motiva i controlli e le possessioni della gelosia che hanno lo scopo di evitare che ciò accada.
Conclusioni: la coppia
Se abbiamo paura che il partner in gran segreto compia losche opere amorose allora indirizziamo lo sguardo su cosa noi abbiamo tralasciato di curare con amore nella nostra segreta intimità. Quale passione bruciante non stiamo realizzando e stiamo tenendo segreta perché anticonvenzionale o immorale o indicibile? È la scoperta di quella passione lo scopo della Gelosia.
Infine due parole sulla coppia.
La coppia non è un ostacolo all’individuazione. Anzi è forse il luogo di intimità dove maggiormente si può conoscere il proprio destino mentre si conosce l’altro come portatore di un destino suo proprio. Nel riconoscere le proprie differenze e quelle del partner anche la coppia si sottoporrà a un processo individuativo e diventerà la “nostra particolare coppia” soddisfando il desiderio di esclusività sostenuto dalla gelosia.
La coppia non salva gli individui dal peso della loro individualità, ma segue la sua necessaria individuazione.
P.S. CLICCA QUI per leggere i 5 significati archetipici della Gelosia