Arte Sella. Un luogo dell’anima – Verso il senso di colpa
In uno dei miei ultimi viaggi tra arte e natura ho deciso, insieme a mia moglie, di fare una deviazione in direzione Trento, più precisamente verso Borgo Valsugana nella Valle di Sella presso Arte Sella, ovvero un’opera d’arte all’aperto.
Nata nel 1986 presso Villa Strobele, Arte Sella è un luogo, e come ogni luogo possiede un’anima che conduce in un percorso mitologico e psicologico unico nel suo genere. È una tappa obbligatoria se si amano la natura e l’arte contemporanea. Arte Sella è una località magica che fa vivere un’esperienza prodigiosa ed immersiva.
Arte sella è una montagna contemporanea. Sono loro stessi a definirsi così – Arte Sella: the contemporary mountain. Un processo creativo unico, che nell’arco di un cammino trentennale ha visto incontrarsi linguaggi artistici, sensibilità e ispirazioni diversi accomunati dal desiderio di intessere un fecondo e continuo dialogo tra la creatività e il mondo naturale.
All’interno di Arte Sella si possono trovare diverse opere, ma mi vorrei focalizzare su una che ha attirato la mia attenzione per farne una lettura immaginale: Sisifo/Sisyphus di Bob Verschueren del 2012. Quest’opera mi ha portato a riflettere sul senso di colpa.
Il Mito di Sisifo
Sisifo è l’emblema dell’uomo ingannatore e furbo. L’etimologia del nome significa l’uomo saggio, e rimanda ad un significato solare. Il sole, dal punto di vista simbolico, collega Sisifo direttamente alla sua eterna e ciclica punizione, come il ciclico movimento del sole. Esso osò ripetutamente ingannare gli dèi e, per questo motivo, Zeus decise che avrebbe dovuto spingere in eterno un masso verso la cima di un monte.
Ogni qualvolta che il povero Sisifo raggiungeva la cima della montagna, il masso lo schiacciava e rotolava nuovamente a valle. Sisifo dovette ripetere per l’eternità questo percorso.
Il mito ci apre numerosi significati psicologici che ci aiutano a capire i nostri stati d’animo e i nostri modi di vivere. Il mito stesso è psicologia, quindi scopriamo cosa ci racconta Sisifo della nostra Psiche.
Psicologia del mito di Sisifo e del senso di colpa
Ogni mito rappresenta tutti i nostri personaggi interiori quindi, come mi trovo spesso a ripetere e come ci suggeriva James Hillman, non dobbiamo commettere l’errore di letteralizzare le immagini mitologiche, ma dobbiamo porle sul teatro interiore della Psiche.
Psicologicamente il mito si Sisifo rappresenta il nostro punirci per aver fatto qualcosa di sbagliato, facendo subentrare il senso di colpa sottoforma di masso da spingere verso l’alto per sentirci meglio. Come aveva intuito Camus nel saggio Il mito di Sisifo: anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice. [pp.318,319]
Bisogna immaginare Sisifo felice, che cerca di essere contento nel movimento di ascesa che crea dopo essersi punito per le sue colpe.
I sensi di colpa sono come massi che ci creiamo per non aver rispettato le nostre credenze idealizzate divine. Abbiamo sensi di colpa per aver tradito, quindi per non aver rispettato la divina fedeltà; abbiamo sensi di colpa per aver mentito perché non abbiamo rispettato ciò che noi consideriamo divino: la verità. Ci possiamo sentire in colpa per aver mangiato, perché sappiamo che divino e puro è rimanere in forma.
La nostra vita è piena di sensi di colpa perché è piena di divinizzazioni e idealizzazioni. Appena divinizziamo qualcosa, essa ci ripaga con il senso di colpa. Divinizziamo la fedeltà? Quando tradiamo creeremo il masso di Sisifo che ci schiaccerà ogniqualvolta cercheremo di portarlo verso la cima del monte. Divinizziamo la verità? Quando saremo bugiardi il senso di colpa peserà come un macigno.
Divinizzare significa investire di onnipotenza un’idea o, come direbbe Jung, inflazionarla. Un’idea divinizzata ci porta a considerarla perfetta e quando ci capita di infrangere quella perfezione ci schiaccia come il masso si Sisifo sottoforma di senso di colpa.
Quando stiamo inflazionando un’idea e la stiamo conducendo verso l’alto, siamo già entrati nel mood di Sisifo che spinge il masso verso l’alto. Non ci rimane altro che aspettare che il masso ci investa e torni al suo posto. Notiamo come il masso è sia la colpa, sia la divinizzazione dell’idea. Mentre la spingiamo verso l’alto prende la forma di un ideale [dire la verità è giusto], mentre inevitabilmente ci schiaccia prende le sembianze della colpa [mentire è sbagliato].
Sisifo/Sisyphus di Bob Verschueren
Esplorando Arte Sella mi ha colpito l’opera di Bob Verschueren perché ribalta la visione su Sisifo. In quest’opera è il macigno che sale trascinando qualcosa alle sue spalle. Il masso non è spinto dall’uomo, ma spinge verso l’alto, come se il senso di colpa ci volesse portare in qualche luogo.
Dove vuole condurci il nostro senso di colpa? – Conclusioni
Il senso di colpa ci conduce verso il basso, ci appesantisce, ci conduce verso il divino, ma verso il divino infero, verso il diavolo, la rivoluzione, Ade e Persefone.
Il senso di colpa ci vuole trascinare verso il basso per contrapporsi al nostro divinizzare un immagine della vita. Più ascendiamo a divinità un’idea, più il senso di colpa dovrà fare il “lavoro sporco” per condurci verso gli inferi, dove poter incontrare il diavolo stesso e notare che, come dice il proverbio, il diavolo fa più paura immaginato che incontrato dal vivo. Più idealizziamo e trasformiamo un pensiero in una convinzione, più il senso di colpa sarà pesante e ci trascinerà verso la distruzione di questa convinzione.
Il senso di colpa ci conduce negli aspetti più subdoli della vita, ci ricorda che anche Dio è sporco e che le idee umane non possono essere portate sulla vetta di un monte. Quando idealizziamo e inflazioniamo un’immagine dobbiamo sapere che siamo già entrati a far parte del Mito di Sisifo e non ci rimane altro che lasciarci travolgere dal masso che stiamo spingendo.
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La ringrazio per questo approfondimento molto stimolante, mi fa riflettere su quante volte effettivamente il senso di colpa nasca da noi stessi, da dentro di noi, e non arrivi dall’esterno… quanto la “legge” che a volte si infrange sia una legge che appartiene alla nostra mente e non al mondo esterno.