L’importanza invisibile del corpo
Il corpo comunica l’invisibile, l’inconscio e il dimenticato.
Per la psicologia archetipica il corpo è immagine e va trattato come tale. Pertanto guardare il corpo attraverso la lente immaginale significa ascoltare l’altro, le sue parole fatte di materia. Inoltre se andiamo a scavare nell’etimologia della parola corpo scopriamo che deriva da kerp che significa appunto immagine.
L’intento di questo articolo è di scoprire i messaggi del corpo inteso come parte di Psiche.
Jung nella lettura dello Zarathustra affermava che le persone che non sono consapevoli del proprio corpo risultano affette in misura variabile da un’irrealtà esistenziale. (p.70)
Il corpo dei silenzi
Il corpo esprime il silenzio del linguaggio. Nella tradizione ebraica il prolabio, ovvero lo spazio che abbiamo tra labbra e naso, è il solco lasciatoci dall’angelo della dimenticanza prima di venire al mondo. L’angelo, secondo la tradizione, pone un dito sulla bocca del bambino prima di nascere sussurrandogli: “silenzio”, e facendogli dimenticare tutto ciò che c’è prima della vita. Ecco perché il linguaggio del corpo porta con sé un significato non visibile e dimenticato.
Il corpo esprime il dimenticato, ovvero ciò che è privo di mente e inconsapevole. Il corpo, quindi, essendo portatore di messaggi inconsci mostra la paradossalità della psiche umana.
Il corpo dei paradossi
Osservare il corpo dell’altro mentre parla ci porta a individuare dei paradossi comunicativi che ben evidenziava Fritz Perls durante le sue sedute.
Guardando il corpo dell’altro mentre ci comunica un messaggio, si troveranno diverse incongruenze che possono smascherare o rivelare alcuni aspetti psichici dell’altro. Spesso capita che il corpo non accompagni le parole nel modo in cui ci immaginiamo debba fare.
Nella famosa seduta con Gloria, ad esempio, Fritz nota che mentre Gloria dice: “Sono impaurita”, lei sorride. Questo è l’esempio di un paradosso mente-corpo: le parole esprimono dolore, la materia esprime gioia.
(Clicca qui per vedere il video della storica seduta tra Fritz e Gloria)
La mitologia della lettura del corpo
Da sempre siamo incuriositi dalla magica lettura del corpo. Come mai?
Per spiegare il nostro interesse per il linguaggio del corpo, dobbiamo risalire al mito di Proteo, il vecchio del mare, il primordiale. Proteo è colui che padroneggia tutte le forme del corpo e può trasformarsi a suo piacimento in qualsiasi altra forma. Il mito racconta che il vecchio potesse scrutare attraverso le profondità del mare e predire il futuro per chi fosse riuscito a catturarlo.
Non è proprio questa la nostra fantasia archetipica? Se riuscissimo a catturare i segreti del corpo proteico potremmo scrutare attraverso le acque dell’inconscio, predire il nostro futuro e vedere la trasparenza dei misteri di colui che è di fronte a noi.
Siamo affascinati dal linguaggio non verbale e cerchiamo di catturare il vero significato dei comportamenti dell’altro, ad esempio se vediamo l’interlocutore che inclina la testa sappiamo che è interessato a noi, se tocchiamo un oggetto personale di qualcuno e la persona non reagisce sappiamo che è pronta ad essere sedotta.
Questi sono solo alcuni degli esempi della nostra “corpomanzia”, ovvero una lettura quasi oracolare dei gesti dell’altro.
Vediamone ora alcuni scelti da me in relazione a ciò che mi hanno chiesto i lettori sul mio profilo Instagram (Clicca qui per seguirmi su Instagram).
Il camminare
Il camminare archetipicamente è un viaggiare, un procedere da un luogo ad un altro. Per questo motivo il modo in cui si cammina ci racconta il nostro modo di procedere nella vita, ovvero il modo di essere nel mondo.
Si può camminare tendendo verso l’alto, in punta di piedi, delicatamente oppure tra le nuvole; si può camminare spediti, con ansia o lentamente, guardandosi intorno; si può camminare claudicanti o senza avere una linea retta definita.
Il camminare presuppone che ad ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi. (Italo Calvino)
Il modo in cui camminiamo, perciò, ci indica anche il modo nel quale ci trasformiamo durante la vita. Ad esempio se camminiamo in punta di piedi, i nostri cambiamenti saranno in punta di piedi; se camminiamo lentamente, il nostro modo di cambiare sarà lento, e così via.
Le labbra
L’etimologia di labbra sta per lambire, leccare, prendere.
Il modo in cui esibiamo le nostre labbra ci indica il modo in cui cerchiamo di prendere intimamente la realtà e il modo in cui ci relazioniamo all’intimo. Le labbra sono una delle parti più sensibili del corpo umano, ci permettono di sentire i sapori ma anche di conoscere intimamente l’altro. Mordersi le labbra mentre si parla con una persona, ad esempio, significa che quella persona ci fa entrare in contatto con l’intimo reciproco.
Lo sguardo
Sappiamo tutti che gli occhi sono lo specchio dell’anima. Attraverso gli occhi, se osserviamo attentamente, entriamo direttamente nel mondo dell’altro. Guardare significa conoscere e penetrare l’altro perché gli occhi sono il nostro primo strumento di conoscenza, prima addirittura della parola.
Non tutti sanno che l’occhio e in particolare l’iride è associato alla dea greca Iris, personificazione dell’arcobaleno e sorella di Hermes. Anch’essa, come il dio greco, era messaggera degli dei, ecco perché gli occhi inviano una sfaccettatura infinita di messaggi.
Le pupille dilatate indicano interesse, le pupille strette indicano antipatia e ostilità, gli occhi verso sinistra indicano un processo creativo in atto (anche una bugia!), gli occhi si muovono verso destra quando stiamo attingendo dalla memoria, si muovono verso il basso quando proviamo vergogna o siamo in un momento di interiorizzazione. Inoltre c’è tutto l’aspetto seduttivo, infatti il primo contatto tra due persone è nella maggior parte delle volte oculare, è un incrociarsi di sguardi.
Il colore dei vestiti
Il modo in cui vestiamo è sicuramente un modo di comunicare attraverso il corpo, spesso viziato dalle mode ma non per questo non valutabile. Il colore dei vestiti ci porta a discutere il linguaggio dei colori.Colorare significa imbrattare, coprire. Cosa copriamo con i colori che indossiamo? Quale colore scegliamo per coprirci?
Un vestito rosso invia un messaggio seducente, l’arancione esprime creatività, l’azzurro la disponibilità a comunicare, il bianco è apertura, il nero chiusura ma allo stesso tempo ci conduce verso la seduzione infera di Lilith, ovvero una seduzione pericolosa rispetto a quella simboleggiata dal rosso.
Mani
Le mani sono un altro potente simbolo del corpo. Le mani ci portano nella dimensione dell’indicibile. Ciò che non può o non vuole essere detto si comunica con le mani. Le mani afferrano, manipolano, toccano, sfiorano, bloccano, allontanano, avvicinano…
Seguire i movimenti delle mani ci può dire molto della nostra relazione con l’interlocutore. Dare la mano, ad esempio, è un gesto di sottomissione, infatti gli antichi babilonesi furono i primi ad usarlo quando i nuovo monarchi dovevano sottomettersi al dio degli dei: Marduk.
In che modo ci sottomettiamo all’altro? Se stringiamo forte la mano in realtà stiamo suggerendo che siamo disposti a “sottometterci”, mentre se abbiamo una debole stretta di mano stiamo già cercando di fuggire dall’altro e non vogliamo sottometterci all’interlocutore, come una sorta di aggressività passiva.
Toccarsi
Come ho detto prima le mani veicolano il tocco. La lettura del tocco dipende molto da che parti del corpo si toccano e in che modo. L’etimologia di toccare significa tirare. Immagino che il toccare sia un tirare a sé l’altro. Attraverso il tocco cerchiamo di condurre l’altro verso di noi in diverse maniere.
Ad esempio toccare a mano piena, a fondo, significa rassicurazione, toccare sopra una spalla può significare avere potere sull’altro. Toccare il gomito di uno sconosciuto può far abbassare le difese psichiche e prossemiche dell’altro e può ben disporre al dialogo.
Conclusioni
Il linguaggio del corpo porta con sé la mitologia ebraica dell’invisibile e la mitologia greca del magico e della chiaroveggenza.
Ascoltare il corpo dell’altro non significa solo osservare il dimenticato, ovvero ciò che non può dirci in altro modo, ma anche osservare i suoi paradossi e la sua intimità. Il corpo arriva alla psiche immediatamente e senza filtri rispetto alle parole ed è per questo che lavorare con il corpo rompe più facilmente gli schemi e le difese rispetto alle parole.
Non muovere mai l’anima senza il corpo, né il corpo senza l’anima, affinché difendendosi l’uno con l’altra, queste due parti mantengano il loro equilibrio e la loro salute (Platone)
P.S. Ora ti faccio una domanda: quale aspetto del linguaggio non verbale vorresti approfondire?
Scrivimelo nei commenti qui sotto, ti risponderò personalmente!
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Gentile Michele, vorrei sapere cosa rappresenta il ginocchio, in particolare il sinistro e l’ombelico.
Per la mia dermatite, proprio alla base del naso non ci sono medicine.
Forse troppo domande.
Grazie
Ciao Eleonora. Nell’antica Roma un padre per riconoscere un figlio lo alzava in alto e poi se lo metteva sulle ginocchia, di lì è venuto il termine genuino che sta per vero. Il ginocchio mi fa venire in mente questo e anche il fatto che secondo una certa etimo sia qualcosa di “femminile”, gynos.
L’ombelico simbolicamente è un centro, etimologicamente una cosa gonfia, che scoppia, crepata, una fessura.
Mentre della base del naso ne ho parlato nell’articolo.
Ovviamente ogni parte del corpo ha si una storia ontologica, ma anche una personale. Bisogna vedere come si coniugano tra di loro per trarne un significato.
Salve, vorrei approfondire il bacio sulla fronte.
Ciao Michele. San Michele ha appunto baciato sulla fronte.
Ciao Michele. Ti chiederei detto mio fastidio nel sentirmi toccare i capelli dal fidanzato, il quale crede di fare cosa affettuosa mentre io mi sento spettinare, invadere, mancare di rispetto alla forma che gli ho dato. Grazie
Ciao Maria Luisa! Direi che già ti sei risposta. Per andare oltre fatti chiedere cosa sono per te i capelli, e allega la tua risposta a ciò che mi hai detto
Una criniera leonina, mi dispero da sempre di non averne di più e più grossi, impiego tempo a renderli più gonfi e folti, ma so che è precario, un abbaglio, se li tocchi si “smontano” e mi trovo scoperta. Vorrei che fossero come i serpenti di Medusa,e potessero mordere chi li tocca