Se l’arte servisse a redimere l’uomo, lo potrebbe fare solo riscattandolo dalle responsabilità della vita, restituendogli un’inaspettata fanciullezza (John Lennon)
John Lennon: il grande compositore, cantante e paroliere. Tutti associamo il suo nome a quello di Paul McCartney e a quello dei Beatles, ad ognuno di noi ritornano in mente pezzi dei suoi celebri testi ma pochi conoscono la sua natura di artista e disegnatore.
Lennon era solito usare la matita per trasformare i propri pensieri e desideri in schizzi su carta.
Il giovane Lennon, infatti, all’età di 17 anni per la sua propensione verso la storia dell’arte e il disegno venne iscritto dalla zia al Liverpool College of Art. L’incontro con Yoko Ono, che successivamente divenne sua moglie, accrebbe la sua passione per il disegno e divenne musa ispiratrice di 14 litografie esposte alla mostra Bag One, allestita presso la London Arts Gallery, il 16 gennaio 1970. Dopo sole ventiquattro ore venne sequestrata da Scotland Yard per via dei suoi contenuti, ritenuti eccessivamente erotici.
La mostra esponeva 14 tavole raffiguranti la vita coniugale di Lennon e sua moglie. Lo Scotland Yard dichiarò che i disegni di Lennon violavano l’Obscene Publications Act. Tra i diversi disegni, John Lennon aveva raffigurato il momento del proprio matrimonio, la protesta olandese “Bed In” contro la guerra del Vietnam ma anche diverse scene erotiche riguardanti la propria intimità coniugale. In particolare, delle litografie rappresentano atti di autoerotismo. In quegli anni la legge londinese regolamentava la diffusione di materiale contenente nudi e atti sessuali senza fare alcuna eccezione per le manifestazioni artistiche.
Oggi diverse leggi tutelano il nudo e le manifestazioni artistiche ma la censura dell’opinione è pubblica è stata davvero superata?
È davvero così grave praticare autoerotismo?
Viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo per fare l’amore, mentre la violenza e l’odio si diffondo alla luce del Sole (John Lennon)
Una delle litografie di Lennon raffigura la moglie in un atto di autoerotismo. Una pratica in uso da ventotto mila anni e ancora così piena di tabù.
La ricerca e il raggiungimento di piacere attraverso se stessi sembra un limite invalicabile. Lennon ha disegnato questo tabù sperando in una società capace di cantare l’amore in ogni sua forma. Non a caso in Italia il suo talento artistico è stato presentato per la prima volta a Mantova in una mostra intitolata “All you need is Love”, tutto ciò di cui hai bisogno è l’Amore.
Abbiamo difficoltà a comprendere l’autoerotismo come atto di amore e non facciamo altro che associarlo alla parola pudore. L’autoerotismo così come il sesso, ormai, cammina di pari passo con la mancanza di pudore e con il senso di vergogna. Perché vergognarsi di conoscere ed esplorare il proprio corpo al punto di provarne piacere?! Forse perché viviamo nella società della presunta difesa del pudore pubblico. Probabilmente per educazione ricevuta, per imbarazzo o sensibilità personale. Probabilmente affiora un errato pensiero di aver fallito nel non aver un partner in carne ed ossa e così si ignora di non essere stati educati alla scoperta di se stessi e del proprio corpo. Eppure nella mitologia il dio Min, privo di vergogna e imbarazzo, senza un partner diede vita al pantheon egiziano con unico atto di masturbazione.
Ignoriamo che non è un tabù sessuale ma un tabù dell’Io, è un limite alla nostra conoscenza che permette all’altro di accostarsi a noi.
Con dati alla mano, è altissima la percentuale, soprattutto di donne, che dichiara di non essersi mai masturbata in vita sua, mi auguro che abbiano dichiarato il falso altrimenti è altrettanto alta la percentuale di donne che non ha alcun desiderio di scoprire se stessa.
Ancora oggi, in Inghilterra e nella famiglia reale viene insegnato alle donne a non mostrare sentimenti in pubblico, a piangere e a ridere pubblicamente in determinati momenti e circostanze ben stabilite, figuriamoci se può rientrare nella normalità la masturbazione, negli uomini e ancor di più nelle donne. Eppure tutti conosciamo i testi di John Lennon, dei Beatles, tutti cantiamo e ascoltiamo inni all’amore puro, all’amore che parte da noi, che ha inizio nella auto scoperta del singolo. Siamo, poi, gli stessi che non conosciamo l’odore del nostro corpo. L’autoerotismo ci ricorda che facciamo parte del ciclo della natura e del misterioso ciclo della vita. Ci ricorda che tutto parte da noi, dalla nostra voglia di scoprici e poi farci scoprire.
Simbologia dell’autoerotismo
Costellando Pan, la masturbazione riporta la natura e la sua complessità nell’opus contra naturam del Fare anima (J.Hilman, Saggio su Pan, 1972)
Sul piano simbolico, la masturbazione è associata a movimenti ritmici primordiali, allo sfregamento simultaneo di pietre e bastoncini, alla frizione che genera una scintilla che a sua volta crea il fuoco.
James Hillman, nel vol. II del suo trattato sulla masturbazione, riconobbe un archetipo innato nella necessità di proibire la perdita di energie psichiche da parte della propria sostanza unitaria e autonoma attraverso la masturbazione. Nel suo Saggio su Pan, Hillman considera la masturbazione come congiunzione di due aspetti dello spettro istintuale: da una parte l’impulso; dall’altra la coscienza morale e la fantasia che accompagnano e deviano l’impulso.
Conclusioni
L’autoerotismo è stato oggetto di giudizi e condanna spesso contraddittori e incostanti.
I disegni di John Lennon aprono le porte ad un mondo spesso oscuro. Sono immagine e simbolo della fondamentale capacità di diventare sé stessi, essere sé stessi e attuare il proprio Sé.
L’autoerotismo ci permette di ritornare in contatto con i nostri istinti inferi e primordiali per giungere ad un elevato livello di autocoscienza.
È un modello archetipico che ci ricorda la nostra natura animale per un’ascesa libera alla parte più elevata del nostro Sé. L’autoerotismo è un libro da esplorare, comprendere e capire. Parafrasando Rousseau ci sono libri che si possono leggere con una sola mano…noi siamo uno di questi…