Il fuoco è luce.
A cosa serve illuminare?
In realtà nessuna consapevolezza è possibile senza il fuoco dell’emozione e del dolore (M.L Von Franz)
Si illuminano città, strade e sentieri oscuri, si illuminano stanze nel cuore della notte, si illuminano i cellulari che squillano, fogli bianchi, volti e fari nell’oscurità.
Siamo abituati a pensare la luce come illuminazione di un oggetto … e se pensassimo ad un’illuminazione interiore?
Il fuoco potrebbe essere emozione, potrebbe sciogliere il gelo interiore, la neve che si accumula ai bordi del nostro essere e che traccia i limiti tra passato e futuro. Nel buio dell’anima potremmo essere il piromane della nostra ombra, potremmo essere i creatori di migliaia di focolai capaci con una sola scintilla di illuminare il nostro essere dai mostri dell’oscurità.
“… tu non hai ancora finito di ardere; devono arrivarti ancora altri fuochi finché tu non abbia accettato la tua solitudine e imparato ad amare.”(C.G. Jung, Libro Rosso – CLICCA QUI per saperne di più sul misterioso Libro rosso)
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La maggior parte delle volte rischiamo, però, soltanto di rendere cenere noi stessi bruciando passioni, ricordi, fogli del futuro e del presente senza accorgersi che basterebbe la fiammella di un fiammifero per illuminare i cassetti del passato e fare di un cumulo di cenere un nuovo fuoco e una nuova luce alimentata dall’energia e dalla nostra forza interiore.
In ognuno di noi c’è un fuoco che non potrà mai essere compreso da nessun altro, c’è un’energia e una passione capace di bruciare ogni limite per costruire nuovi spazi e tracciare nuovi confini.
Bisogna accettare la sua presenza. Il fuoco può rompere le serrature più nascoste della nostra interiorità e metterci in contatto con le nostre parti più nascoste per farle affiorare nella sfera della consapevolezza e della coscienza.
E’ importante imparare a spegnere e riaccendere i propri fuochi come se fossero ferite e a curare il fumo e la cenere che ne può scaturire in modo che essa possa diventare il concime di un nuovo inizio.
Imparerai ad usare il fuoco interiore per far nascere nuove realtà.
Bisogna fare i conti con il fallimento, con il dolore e con il senso di vuoto che ne deriva da micce sbagliate. Bisogna alimentare i fuochi della propria storia senza chiedere a qualcuno di farlo al nostro posto. Sta a noi essere il focolare della nostra esistenza, nessun maestro può indicarci cosa bruciare e cosa salvare… sta a noi la scelta della nostra combustione.
E se non sai dove accendere il fuoco, aspetta : il luogo dell’anima più adatto deve ancora essere esplorato da miriadi di piccole fiammelle. Non è ancora pronto ad accogliere un nuovo presente e una nuova trasformazione. Bisogna sfregare le nostre parti oscure, l’una contro l’altra, prima che possa uscire una scintilla e far luce.
Si può avere un grande incendio nella propria anima, eppure nessuno è mai venuto a scaldarsi. I passanti vedono solo un filo di fumo dal camino e continuano sulla loro strada. (Vincent Van Gogh – CLICCA QUI per scoprire i misteri psicologici del quadro di Van Gogh: campo di grano con volo di corvi)
Ognuno di noi è chiamato davanti al proprio focolare a rispondere ad una tremenda domanda:
Vuoi essere un semplice passante che vede di sfuggita il fumo di un camino? Vuoi essere un fuoco che divampa, o vuoi essere il piromane della tua anima?
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Articolo prezioso sia per la profondità del contenuto,che per giunta è stato trattato con estrema delicatezza,sia per il messaggio forte che lancia: “noi abbiamo un potere enorme”. A volte tendiamo a dimenticare il potere che abbiamo su di noi,preferendo attribuirlo agli altri,articoli come questo servono per scuoterci da questa amnesia. Complimenti
Grazie! Si, noi abbiamo un potere enorme. Abbiamo il potere di scegliere se illuminare o oscurare ma soprattutto abbiamo il potere di scegliere su cosa far luce e su cosa lasciare nell’oscurità. Hai ragione, molto spesso dimentichiamo il potere che abbiamo su di noi e preferiamo adagiarci nell’ombra dell’altro.
complimenti per la profondità del tema trattato che viene affrontato in modo molto suggestivo.
Grazie Luca, hai ragione: quello del fuoco e della luce è un tema molto suggestivo ma allo stesso tempo molto enigmatico se si pensa che la sua scoperta ha segnato in modo decisivo la nostra evoluzione e allo stesso modo potrebbe segnare la nostra evoluzione interiore …
Molto bello! Un linguaggio molto poetico. Complimenti
Grazie, Tullia!
Ho letto Tutto d’un fiato! Grandiosa!!!
Sono Paola l articolo e vero. Solo che ti stanchi di aspettare, di soffrire, riconoscendo la tua casa come il tuo rifugio interiore. L eternità non piace dopo una morte cruenta. Dalla mia esperienza ho compreso che il viaggio nel fuoco e vero. Non e un illusione o un miraggio. Il senza tempo non piace. Io ho viaggiato nei miei ricordi. Comportamenti, azioni,dolore e sofferenza. Trent’anni di solitudine e dolori per un esperienza che nessuno può capire. Per me vale il fuoco dove lasci l orma di chi sei stata. La vera lotta e il fuoco. Poi segui ogni cosa. Sei un frammento di due cuori rotti e due fili elettrici. I mondi attraversati, le scale svaniscono. Rimani tu nella tua casa. Esci di casa stai in silenzio. Sei stato grande nella ricostruzione interiore. Nessuno saprà mai nulla. Io sono stanca di credere e di aspettare il nulla ed il vuoto che sei diventata. Ti senti solo un burattino, toroide. Ogni cosa che fai e follia e scemenza. Nessuno conosce la morte. Il sorriso svanisce da te. Io non ho più ricordi di me. Non avverto nulla più. Reciti il personaggio di te stessa. Desideri morire quando sai quanto e costato il corpo di luce. Hai amato e sofferto. La solitudine eterna per me e la fine di tutto. Ti illudi che non sei morta ma alla fine scopri che la kundalini risvegliata uccide. Quello che resta non piace mai a nessuno. Vivi come uno zombi nella tua città quando tutto e perso.