Eiaculazione precoce
Questo è un tema scottante e erroneamente pensato come un disagio maschile mentre a questo, al disagio maschile, si associa quello ancora più florido femminile.
L’insoddisfazione nell’atto sessuale diventa poi un grande problema della coppia ma qui non vogliamo fare i sessuologi e non vogliamo correggere questa condotta. Non siamo qui per curare ma per leggere e farlo in modo immaginale. Allora vorrei principalmente proporvi un’osservazione biologica sull’eiaculazione, poi un’osservazione sociologica sulla precocità e, infine, vi voglio offrire una lente psicologica sulla formazione reattiva, ossia su come il disinteresse oggi venga vissuto come una “supereccitazione”.
Per onestà vi informo che i benefici di questo scritto non saranno immediati né precoci.
C’era una volta un eiaculatore precoce
Millenni fa, quando eravamo organismi biologicamente programmati per la vita nelle savane e nelle giungle, il nostro corpo ha sviluppato delle strategie per la sopravvivenza. Poi, un giorno, per selezione naturale direbbe Darwin, perché lo voleva Dio, direbbe Bergoglio, o per caso, dico io, è nata l’autocoscienza e con lei l’intelligenza autocosciente. Attraverso questa capacità la vita di relazione tra gli uomini riuscì a raggiungere livelli di tale complessità relazionale, normativa, sociale e psicologica a cui non potevano non affiancarsi identici livelli di complessità tecnica.
L’eiaculazione precoce è un difetto della tecnica non dell’organismo
Quello che successe è che quelle funzioni un tempo utili alla sopravvivenza divennero vestigiali, parola che oggi sinonimo di derisione. Ecco allora le povere donne e uomini pelosi derisi, oppure individui che sudano molto o che puzzano o, ancora, quelli che sono i campioni di velocità nell’atto sessuale. Ecco che le risorse biologiche contro il freddo sono diventati malattie come l’irsutismo, oppure quelle puzze utili a marcare il territorio e a richiamare le femmine e i mashi sono diventate bromidrosi o ancora, e infine, la capacità di avere un coito a tempo di record utile a ridurre i tempi di esposizione al rischio dei predatori è divenuta eiaculazione precoce. E se gli dèi sono divenuti malattie, come diceva Jung, direi che anche le funzioni organiche, biologiche e corporali sono divenute problemi psicologici da curare.
Il corpo ci salva dalle richieste sociali
Dobbiamo essere grati al corpo. Lui bistrattato, deriso, vilipeso, manipolato, plastificato… si lui, il corpo, ha una forza enorme. E tutta quella intelligenza autocosciente che ci ha sempre più avvicinato alla fantasia di eroismo e onnipotenza, ha un solo nemico giurato, il corpo. Si perché il veleno è nella dose e noi ci stiamo avvelenando di pensiero, di intelligenza e di tecnica.
Questo non ci fa bene, anzi fa proprio male. Male al punto che ogni parola del vocabolario può diventare una malattia se ci mettiamo accanto la parola “fobia” o, grazie alla grande mercurialità della signora Psicologia, può diventare una cura se ci mettiamo accanto la parola “terapia”. Allora il corpo viene a salvarci dal pensiero obbligandoci a rinunciare alle fantasie di bellezza eroica.
L’eiaculazione precoce è la reazione a una società che venera la fallicità
Penso che il corpo ci aiuti perché la nostra era è quella di una società che è come il bue che dice cornuto all’asino. Si perché al rifiuto collettivo della precocità nell’eiaculazione sembra corrispondere una deificazione della precocità latu sensu. Il Precoce, ossia “anticipato rispetto alla norma”, sembra assurgere a norma stessa. “Come sei Precoce!!!” Se ascoltiamo questa frase fuori dal talamo la recepiamo come un complimento. Allora eccole schiere di bambini prodigio osannati da genitori e pediatri colludenti. Curve di crescita che sempre devono superare lo standard di riferimento e al “è più basso per la sua età” frase che fa piombare le madri nella disperazione, si affiancano, all’opposto, gli elogi per quei bambini che crescono prima, parlano prima, camminano prima. La devozione verso il dio della precocità viene instillata fin dalla nascita. Ma, ancora, la pretesa di precocità permea tutta l’era della tecnica, vogliamo dimagrire velocemente, finire un lavoro precocemente, fare due anni in uno, scrivere libri in due giorni. Allora è da chiedersi perché mai ciò che viene deriso come funzione corporale diventa eccellenza come funzione cognitiva e sociale. Non si potrebbe pensare che l’eiaculazione precoce, un tempo salvavita rispetto ai leoni in agguato, oggi sia assolutamente coerente con il clima collettivo al quale contribuiamo?
“Fallo” precocemente! E ansia da prestazione
Si “fallo veloce” ma anche la società del “fallo”, della potenza fallica, della capacità di autodeterminazione. Questo genera una certa ansia da prestazione. L’immagine condivisa della riuscita, del volere è potere, dei “falli” e delle “tette” e delle “chiappe” turgide si rispecchia nell’idolatria di una turgidità scolastica, professionale, relazionale, emotiva. Dunque ogni giorno non sappiamo cosa ci aspetta, ma siamo certi che siamo chiamati a vivere l’ansia per non riuscire a somigliare neanche lontanamente a chi abbiamo deciso di essere. Il fallo grande, lungo e imperativo di Priapo sembra aver colonizzato la nostra psiche per poi averci messo nella difficoltà di infilarci i pantaloni. Allora quella eiaculazione precoce non è semplicemente il retaggio ancestrale e animalesco, ma potrebbe essere essa stessa la cura? Vallo a dire alle donne che “non ti preoccupare… capita”, o vallo a dire agli uomini che “ho bevuto troppo vino stasera…”
Metodi per curare l’eiaculazione precoce
Se andiamo in rete poi, ci imbattiamo in metodi Kegel che propongono tutorial per portare in palestra i muscoli pelvici addetti alla minzione. Una sorta di prostatismo vigoressico consistente nell’esercitare quei muscoli dovrebbe concederci un controllo.
Ma, ancora, vi sono tecniche cognitivo comportamentali, che suggeriscono di strizzare il pene, training autogeno, pensare alla bidella di 80 anni e chi più ne ha più ne metta. Io ravviso un errore concettuale, lo stesso per cui se una lampadina si fulmina subito si cerchi sempre di cambiarla senza farsi sorgere dubbi sui fili, sull’interruttore o sul contatore della luce. Io inizierei a chiedermi a quale immaginario risponde la precocità nella sessualità.
Si perché, al difuori delle “sveltine”, sembra che se ami, se hai voglia, se suoni il basso come STING, allora la tua tenuta deve essere lunga. Invece sei precoce. Allora, in assenza di leoni che minacciano la nostra sopravvivenza, forse è giunto il momento di pensare che quella “supereccitazione” del tipo: ”Amore sei talmente bella che…” nasconda, per formazione reattiva, proprio il suo opposto, ossia un certo disinteresse, o addirittura disprezzo per la partner.
Sei precoce… allora non mi ami
Non possiamo buttare via questa eventualità. Ma distinguerei un rapporto cosiddetto occasionale da un rapporto di lungo corso. Nel primo caso la precocità potrebbe essere più disinteresse e espressione di un femminile ipoevoluto che chiede un talamo e un temenos più somigliante a un tempio che a un bagno di una discoteca. Nel secondo caso potrebbe essere il sintomo di una coppia in cui, stancamente, ci si frequenta ma si è smesso di immaginarsi il partner e, con lui, si è smesso di usare l’immaginazione per se stessi. Comunque ogni tecnica sembra richiedere applicazione… sembra che abbiamo bisogno di uno sparring partner che schivi i colpi, che affondi i suoi ganci, insomma di qualcuno che abbia la curiosità di dialogare con quella precocità per ri-inizializzare l’immaginazione.
“I rapporti falliscono non perché abbiamo smesso di amare ma perché abbiamo smesso di immaginare” (J. Hillman, “La forza del carattere”)
Eiaculazione precoce e masturbazione
Chiuderei dicendo che precoce è sempre fuori dalla relazione con l’altro.
Precoce è sempre onanistico, masturbatorio, autoerotico. Nulla è precoce se non rispetto a chi sta in relazione con noi. Nella masturbazione perdiamo il vero piacere ossia quello che sgorga dagli occhi del o della partner. E in quello entrano in ballo neuroni specchio, empatia, amore, sadismo, masochismo… insomma immaginazione. È un evento cosmico.
Nella masturbazione anche il corpo si adatta alla velocità e perde il gusto dell’attesa. Allora prima di fare un nodo al pene, prima di portarlo in palestra, prima di sottoporci a chissà quante strane metodiche, proviamo ad alzare gli occhi, incrociare quelli di chi c’è davanti e, anche se siamo in discoteca, provare curiosità rispetto a quale anima si celi là dietro… col rischio di riconoscere la nostra.
P.S. CLICCA QUI per leggere Eiaculazione precoce: dal mito alla terapia