Attacco di Panico
L’attacco di Panico è un’esperienza improvvisa e incontrollabile di terrore. Può declinarsi in diversi modi, presentandosi a qualsiasi età.
Il panico è una delle sintomatologie più sviluppate dei nostri giorni.
Sono state svolte delle indagini sull’incidenza degli attacchi di panico tra gli studenti dei college americani, le quali hanno evidenziato percentuali variabili tra il 6% ed il 51% (Franceschina, Sanavio, Sica, 2004; Sanavio, Cornoldi, 2001); un’altra indagine condotta tra gli studenti italiani ha riscontrato una percentuale del 32% (Sanavio, Cornoldi, 2001).
Sono solo a casa. Mi svesto e vado sotto la doccia. Le prime gocce scendono sul corpo e all’improvviso arriva il terrore; vedo solo le piastrelle del bagno distorte: oblique formano dei rombi. È la fine. Qualcosa che è indipendente dalla mia volontà mi sta portando alla morte. Non uscirò vivo da questo bagno, ne sono sicuro, questi sono i miei ultimi minuti di vita. (Giovanni Allevi)
Il dato psicoanalitico è che tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo provato la presenza di Pan.
Spesso facciamo finta di nulla, o spesso lo confondiamo con un sintomo di causa esclusivamente fisica.
Ogni volta che una persona entra nel mio studio affermando che ha degli attacchi di panico, la prima domanda che gli pongo è…
“In cosa consiste il TUO attacco di panico?”
Non esiste infatti un modo unico di esperire l’attacco di panico.
Ad alcune persone potrebbe mancare il respiro, ad altri potrebbero insorgere dei dolori fisici localizzati, altri potrebbero percepire sensazioni di sbandamento, soffocamento…
Il ventaglio di sintomatologie che si possono presentare è molto ampio. Ciò dipende molto dal carattere della persona. A seconda di come l’attacco di panico si presenta, può avere un significato diverso nella vita di una persona.
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Il circolo eterno di paura che genera paura
Nella mitologia, il dio Pan, spaventato, fuggiva di fronte ai pastori che lo disturbavano, mentre era all’ombra degli alberi per proteggersi dal mezzogiorno infuocato.
La sua Paura procurava Terrore negli occhi di chi lo vedeva, scambiando la paura per aggressione.
Ecco cosa è precisamente l’attacco di panico: un circolo eterno di paura che genera paura.
Il dio Pan si presenta quando il corpo esige il suo spazio rispetto alla testa; quando la natura vuole il suo spazio rispetto all’artificiale; quando l’irrazionale vuole riprendere il posto che gli spetta rispetto al razionale.
Le energie “paniche” sono le energie psichiche più profonde. Esse si manifestano dal basso verso l’alto.
Il panico è un’energia che, partendo dalle viscere, “sale” verso l’alto, ovvero verso la testa.
Pan, inoltre, come è descritto nella mitologia greca, e come afferma Hillman nel bellissimo libro Saggio su Pan, è incontrollabile e trascende la coscienza, la volizione, la determinazione e l’Io di ognuno di noi.
La presenza di Pan esige un ritorno all’istinto.
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Cura
In psicologia esistono alcuni piccoli accorgimenti o strategie per far fronte agli stati acuti dell’attacco di panico. Queste strategie possono servire a tamponare l’attacco di panico come se fossero delle manovre di primo soccorso.
Presento 3 esercizi che possono aiutare ad affrontare il panico.
ATTENZIONE! Questi accorgimenti NON possono essere una sostituzione della consultazione e dell’aiuto di uno psicoterapeuta.
Un altro errore comune è di pensare che il medico di base possa curare l’attacco di panico: IL MEDICO NON CURA L’ATTACCO DI PANICO, non ha la formazione, né le competenze necessarie.
Quando siamo al cospetto del dio Pan abbiamo bisogno di uno psicoterapeuta che ci guidi nelle profondità della nostra coscienza. Per dare significato e valore al sintomo che ci accompagna.
1. DIARIO DI BORDO
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La prima strategia che propongo è il Diario di bordo.
Nei momenti in cui si sente il sopraggiungere del panico, bisogna sedersi in qualunque luogo ci si trovi.
Una volta seduti, bisogna prendere carta e penna (o cellulare) scrivendo ciò che sta accadendo come se fosse un vero e proprio diario di bordo.
Sul diario appuntiamo il luogo, il momento e la situazione in cui ci si trova. Annotiamo le emozioni, i sentimenti, le paure e le angosce, gli stati fisici e psichici, i dolori e tutto ciò che può essere utile a descrivere quel momento nel modo più dettagliato possibile.
2. PEGGIORE FANTASIA
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Nel momento di panico cerchiamo di scrivere la peggiore fantasia che ci sta turbando: cosa mi accadrà ora? cosa sta per succedere? a cosa vado incontro in questo momento? qual è il male che mi affligge?
Queste sono alcune delle domande a cui dobbiamo rispondere quando si descrive la peggiore fantasia legata all’arrivo di Pan.
3. ESASPERARE
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Questa terza strategia è una prescrizione d’agito a distanza: “recitare” e portare a compimento la peggiore fantasia che spesso riguarda la morte.
Questo atto “psicomagico” (cfr. A. Jodorowsky) va ripetuto 10 volte al giorno. Nell’atto ci troveremo ad “esagerare“, a “recitare“, ad “inscenare” le estreme conseguenze a cui pensiamo possa portarci l’attacco di panico.
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I 3 momenti/strategie che ho brevemente descritto servono a focalizzare la nostra attenzione su un obiettivo, a produrre catarsi, a dare il giusto spazio all’attacco di panico, a valorizzare la sua presenza irrazionale, a promuovere l’istinto che vuole istinto.
Il dio Pan è venuto a trovarci con tutta la sua potenza e si esprime attraverso il panico. Cosa vuole dalla nostra vita? Entrare in dialogo con Pan è il primo passo per “risolvere” l’attacco di panico, comunicare con il proprio istinto e dare un nuovo senso alla propria vita.
Oppure CLICCA QUI per leggere l’articolo di Luca Urbano Blasetti sugli attacchi di panico
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Salve ,sono un ragazzo di 22 anni e da un po’ di tempo ho iniziato a leggere Nietzsche ,premetto che sono sempre stato uno studente
particolarmente versato in filosofia e scienza quindi ho sempre avuto un certo grado di intuizione per gli argomenti filosofici e scientifici .
Se all’inizio la lettura di alcuni dei suoi libri come “al di là del bene e del male ” ,”genealogia della morale ” , “Anticristo” non mi hanno particolarmente turbato in quanto più o meno sono tutti temi che la nostra cultura ha assorbito anche se non a livello forse consapevole, mi sono trovato invece terrorizzato quanto in un suo libro ho letto la sua teoria riguardo al fatto che” il mondo in sè racchiude infinite interpretazioni ” . Quando ho iniziato a pensare a questa frase in senso filosofico,scientifico,esistenziale ho avuto la più terribile sensazione di panico della mia vita, un livello di panico così alto che nel momento in cui l’ho provata (ero in una biblioteca ) , ho dovuto smettere assolutamente di fare quello che stavo facendo in quel momento e letteralmente costringermi in qualche sorta di attività fisica che mi permettesse di non pensare a quello che avevo appena letto in Nietzsche e di tornare quindi in una sorta di stato mentale normale .
Nel momento in cui le scrivo sono passate tre settimane da quel giorno , la mia mente è più rilassata però il problema di quello che ho letto rimane e mi chiedevo se lei avesse letto Nietzsche e in particolare il passaggio che sopra le ho riferito riguardo alle infinite interpretazioni del mondo .
Ciao Giovanni. Si, Nietzsche l’ho letto molto tra i 15 e i 20 anni. Credo di aver letto tutto. Sicuramente ho letto anche quel passo, ma non ne ho ricordo. È un passo importante e aderisce coerentemente con la visione psicologica delle cose. Non è un caso che Nietzsche è definito da alcuni il “primo psicologo”.
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