11 settembre 2001 – Introduzione 

All’interno di questa rubrica, derisa, contestata e letta, seguiamo l’idea di una psicologia che si affaccia alla finestra e per la quale, secondo il principio di sincronicità e secondo il modo di vedere Anima proposto da Jung, prima, e da Hillman, successivamente, ogni evento, anche concretistico, storico o immaginato, è il segno di un processo intrapsichico in corso o che è accaduto o accadrà a breve.

Dunque chi ha vissuto direttamente l’evento, chi è vicino a qualcuno che lo ha vissuto o, semplicemente, chi si sente colpito da quell’evento collettivo, sta specchiando i suoi processi. Le immagini e gli archetipi si stanno specchiando attraverso quell’evento perché quell’evento è, in quel momento, lo specchio fedele di come le immagini sono in relazione tra loro nell’anima mundi e in psiche. A livello collettivo avviene altrettanto. Un evento non ci parla solo del mondo interno di un individuo ma anche di quello di tutta una popolazione e ogni evento a valenza collettiva è sempre specchio del processo simbolico di una popolazione.  

“e fu detto con ragione che il mito è il pensiero sognante di un popolo, come il sogno è il mito dell’individuo”.

Doods che cita Harrison e Kluckjohn, mentre Shamdasani attribuisce questa frase a Jung, il quale cita Silberer. La bibliografia cambia nel tempo, come la mitologia. Noi cambiamo, dal canto nostro, la frase e affermiamo che

“e diciamo con ragione che il mito è il riflesso degli accadimenti di un popolo, come gli accadimenti sono il riflesso del mito di un individuo”

11 settembre

Ciò premesso, oggi, in questa data, vogliamo riprendere le indicazioni che ci vengono dalla lettura in trasparenza dell’attacco alle torri gemelle dell’11 Settembre.

La sinossi storica più comune e condivisa che possiamo leggere in rete in merito all’attacco alle torri gemelle è la seguente:

La mattina di martedì 11 settembre 2001 diciannove affiliati all’organizzazione terroristica di matrice fondamentalista islamica al-Qāʿida dirottarono quattro voli civili commerciali. I terroristi fecero intenzionalmente schiantare due degli aerei contro le Torri Nord e Sud del World Trade Center di New York, causando poco dopo il collasso di entrambi i grattacieli e conseguenti gravi danni agli edifici vicini.

Potremmo analizzare oltre e considerare il pentagono e altro ma  è opportuno soffermarsi su pochi simboli densi piuttosto che sperperare energie su dettagli, cosa che non dobbiamo del tutto escludere ma che spesso è necessaria.

Quindi sappiamo che due dei quattro aerei, dirottati da terroristi, abbattono le due torri gemelle. Dunque il due, gli aerei, le torri e i terroristi sono le immagini la cui sceneggiatura ci parla di psiche.

Il numero 2

Cosa ci suggerisce il numero due se ci viene a trovare in immagine, in sogno, con un ricordo o come accadimento concretistico?

Il due è innanzitutto l’immagine di ciò che viene a rompere la mono-tonia dell’uno, dell’unilaterale, dell’unico. Il due è la funzione psichica che preannuncia la disposizione d’animo a prendere contatto con elementi nuovi. Ci riferiamo a quegli elementi che evitavamo, che vivevamo come alterità, come opposti a ciò che vivevamo come nostra unicità. Duello, dialogo, dubbio, discordia, divisione. Il due è separazione e generazione di ciò che è “altro”, opposto. Il due è il maschile per il femminile e il femminile per il maschile. Ma l’opposto, l’altro è vissuto come sinistro, biforcuto come la lingua del traditore, come diabolico. Il dia-volo separa e ci mette di fronte al nostro doppio, alla nostra doppiezza. I gemelli sono spesso associati al due e agli opposti. Il segno dei Gemelli indicava un tempo l’inizio dell’anno, indicava l’Inizio. Il nostro doppio, il doppelgänger è il gemello maligno inteso come opposto. La sua malignità è tale solo dal nostro punto di vista. Dal suo punto divista, saremo noi a essere il gemello maligno.

L’astrologia ci dice che i Gemelli rappresentano l’androginia della natura. Dopo l’iper-maschio, Ariete, e l’iper-femmina, Toro,  giunge il principio dell’adolescenza del Mercurio ermafrodita, principio di relazione, di scambi di adattabilità, di comunicazione, di penetrazione governa l segno dei Gemelli. Se l’Ariete è il più impulsivo fra i segni e il Toro il più statico, i Gemelli sono il più mobile. E l’11 Settembre è questa mobilità che si sta manifestando nella popolazione e nell’individuo.

Dunque il due ci dice che siamo di fronte a un nuovo inizio, che siamo pronti a prendere contatto con ciò che è Altro, che siamo pronti a fare i conti con le nostre doppiezze, ombre, ossia con quelle parti con cui inizia un dia-logo prima assente. Quindi quando l’immagine del due giunge, possiamo essere diretti con il paziente, con noi stessi o con la collettività, poiché quell’immagine ci dice che siamo disposti a dialogare e ascoltare, seppur due-llando, col nostro doppio. Ma direi di più, il “due” ci dice che l’incontro tra gli opposti è in corso intrapsichicamente, ossia che le immagini, gli archetipi, ossia i bisogni, condotte, emozioni, si stanno raccontando tra di loro per trovare, ognuno, soddisfazione.

Terrore e terroristi 

La parola terroristi, invece, rimanda etimologicamente a coloro che fanno tremare. Ci sono delle funzioni psichiche che fanno proprio questo, generano instabilità mettendo in discussione il mono-teismo. Lo fanno proponendo un dio altro e, inconsapevolmente un poli-teismo.

I terroristi costituiscono il bisogno della psiche di essere plurale e multipla e non monolitica.

Aerei

Poi gli aerei. Questi sono l’immagine dello spirito, come lo era l’aquila per Nietzsche, ci dicono che una speculazione dello spirito conduce all’abbattimento delle torri. Gli aerei si schiantano e ci dicono che lo spirito dell’aquila si deve fare serpente, e passare dal cielo alla terra. Traducendo, qui si nota come la psiche debba passare dal pensare e dall’immaginare al fare e alla materia. Riportare i piedi per terra e sospendere la speculazione mistico-filosofica. Il dialogo deve avvenire sul piano dei fatti e del fare e non sul pensare, speculare, progettare.

Le torri gemelle

Ma questo processo è ribadito, infine, anche dalla caduta delle torri. La torre è sempre una Babele, una tracotanza dell’Io, un orgoglio e una unilateralità. Da Barbablu a Sauron nel Signore degli Anelli, sulle torri si arrocca la saccenza di chi tende a confondersi con Dio o con un archetipo. La storia ne è piena. La torre è sempre immagine di un’inflazione. Del resto le torri gemelle sono nate con questo intento, ossia con la volontà, tutta americana, di ostentare una superiorità politica, culturale, economica e commerciale.

Nei Tarocchi la Torre viene subito dopo la Morte e il Diavolo. La Torre, e il suo crollo, sono quindi immediatamente successive al momento in cui ci si trasforma (La Morte) e si prende contatto con l’Ombra, ossia con quegli aspetti e quelle immagini che non ci aggradano (Il Diavolo).

Lettura immaginale dell’11 settembre

In estrema sintesi l’immagine del crollo delle torri ci informa di un processo psichico in cui è in corso una riorganizzazione delle immagini e delle funzioni psichiche. Una psiche pronta a confrontarsi con la doppiezza, anche se duellando, con la pluralità rispetto al monos (questo ci viene indicato dal numero due). Una psiche in cui si passa dal pensiero al fare (gli aerei), onorando Gea. E questo passaggio avviene  ad opera di funzioni che terrorizzano generando instabilità, proponendo un dio “Altro” ossia una condotta e una visione alternativa. Questo passaggio conduce al crollo dell’imperialismo dell’Io (le torri), Ossia al crollo della unilateralità della visione e del rapporto con il proprio mondo interno fatto di azioni, emozioni, pensieri, insomma fatto di immagini e di déi.

Ognuno di noi vive rivoluzioni paradigmatiche, momenti in cui prende contatto con l’odio verso l’amata, l’idiosincrasia per ciò che più ci piace, l’attrazione per ciò che è comunemente ritenuto deprecabile. Questo avviene quando le immagini in noi si riorganizzano e concedono più spazio a Gea, al fare e alla materia e all’essenziale.

Questo evento, il crollo delle torri, è anche stato l’evidenza di questa trasformazione culturale di tutta la popolazione nel 2001. Cosi come è lo specchio su cui un processo così imponente psicologicamente si riflette per ognuno che stia transitando questa dinamica.

Accade poi che qualcuno non voglia vivere, e non viva il suo “11 Settembre”.

Costui tende a negare l’Ombra e favorisce solo quelle parti di se che ritiene desiderabili. Costui resta arroccato e spesso tende a deridere chi crolla o chi minaccia alle fondamenta le sue certezze. Questa dinamica si osserva spesso e stranamente ce ne da un esempio proprio la psicologia. I freudiani hanno criticato aspramente gli junghiani in quanto costituivano una minaccia alle certezze. Altrettanto fanno oggi taluni junghiani invocando la “clinica” e deridendo Hillman. Mentre lui, Hillman, non se ne avvede perché è affacciato alla finestra insieme alla sua amata, la psicologia.

In senso immaginale, auguriamo ad ognuno il suo Buon 11 Settembre e invitiamo ad osservare in trasparenza gli eventi che più ci toccano.

Le immagini, gli archetipi, ossia le condotte e le emozioni e i bisogni, si stanno comportando proprio come gli oggetti la fuori. Quindi ognuno può usare il mondo e la storia come specchio. Oppure no.

P.S. CLICCA QUI per la lettura immaginale del Crollo del ponte di Genova

Info sull'autore

Luca Urbano Blasetti

Psicologo e Psicoterapeuta; Dottore di Ricerca in Psicologia Dinamica sul tema Creatività e sue componenti dinamiche; Responsabile del Centro Emmanuel per Tossicodipendenti di Rieti presso cui cura diversi progetti regionali; autore di diverse pubblicazioni psicologiche; lavora nel suo studio.

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